CENTRO LASER DERMATOLOGICO DOTT. LASPINA

ARTICOLI

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

10
06.2015

La Foto Protezione

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

(altro…)

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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10
06.2015

La Foto Protezione

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

Il titolo evoca ricordi adolescenziali di corse  davanti allo specchio a guardare con orrore la pustoletta comparsa improvvisamente sul naso a meno di due ore dall’appuntamento romantico più importante della vostra vita?

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29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

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12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

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06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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10
06.2015

La Foto Protezione

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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10
06.2015

La Foto Protezione

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

10
06.2015

La Foto Protezione

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

10
06.2015

La Foto Protezione

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

10
06.2015

La Foto Protezione

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

Una pelle diafana, con un colorito omogeneo, senza ombreggiature scure, senza macchie contribuisce senza dubbio ad un aspetto giovane e sano. Non molte donne possono vantare una pelle così luminosa; anzi spesso un’esposizione solare eccessiva, l’uso di farmaci e prodotti foto sensibilizzanti, le cerette, le gravidanze, i contraccettivi orali o semplicemente il tempo che passa lasciano inevitabilmente dei segni pigmentati sul nostro incarnato.

È bene precisare come le lesioni che possono macchiare la nostra pelle possono essere di diversi tipi; in questo articolo tratteremo le ipermelanosi, vale a dire le macchie scure che più frequentemente segnano la nostra pelle. (altro…)

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

10
06.2015

La Foto Protezione

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

La pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (P.E.F.S) meglio conosciuta come cellulite è una condizione che affligge la maggior parte delle donne, talvolta sin dalla giovane età ed indipendentemente dal peso corporeo. Anche se alcune tele di Rubens ci farebbero pensare che in passato fosse vissuta con un altro spirito…ai nostri giorni la “buccia d’arancia” viene universalmente considerato un inestetismo cutaneo che ogni donna vive con disagio. (altro…)

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

10
06.2015

La Foto Protezione

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse. (altro…)

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

acne, brufoli, cura della pelle
25
04.2017

Pelle perfetta senza imperfezioni

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

14
07.2015

Le ipermelanosi del volto: ovvero quelle antiestetiche macchie scure

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

30
06.2015

Buccia d'arancia non parliamo di cocktail ma… di cellulite

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

10
06.2015

La Foto Protezione

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

09
06.2015

Eliminare definitivamente i tatuaggi con il laser

La bellezza, si sa, è soggettiva e, come tale, viene ricercata nelle forme più disparate.

La nostra società, come noto, dà molta importanza all’immagine esteriore. Quello che mostriamo agli altri riflette, in buona misura, anche il nostro modo di essere. Le scelte estetiche che compiamo ogni giorno rivelano molto della nostra personalità e del nostro modo di pensare e vivere. Queste considerazioni sono ancora più valide se pensiamo alle forme con cui quotidianamente cerchiamo di abbellire e decorare il nostro corpo.

Negli ultimi anni, in particolare, si è assistito a un aumento esponenziale dei tatuaggi. Questa forma di decorazione del corpo non è assolutamente una novità: da sempre l’uomo ha sentito il bisogno di colorare la propria pelle per le ragioni più disparate. Quali che siano le cause, è comunque possibile affermare che con il tatuaggio si vuole lanciare un messaggio, comunicare qualcosa di sé agli altri.

Spesso però ci si stanca o ci si pente di un disegno o del messaggio che abbiamo deciso di imprimere permanentemente nella pelle. Con il passare degli anni, il tatuaggio potrebbe non piacere o non rappresentarci più.

Che fare in quei casi?

Molti si rassegnano a portare questa traccia, magari cercando di coprirla con gli indumenti.

Altri invece optano per una scelta più risolutiva e decidono di ricorrere al medico estetico.

Grazie alla tecnologia laser – ed in particolare il laser Q-switched – è infatti possibile eliminare le particelle di inchiostro iniettate nel derma con gli aghi.

Per eliminare un tattoo sono necessarie diverse sedute. Il numero preciso varia molto in base alla grandezza del disegno da eliminare e, soprattutto dai pigmenti utilizzati. Infatti i colori più chiari (soprattutto il giallo e il bianco), risultano più resistenti.

Ci sono poi diversi altri fattori da considerare: il tempo trascorso da quando è stato effettuato il tatuaggio, il grado – soggettivo – di assorbimento del pigmento da parte del derma, la tecnica con la quale è stato inoculato l’inchiostro, ecc.

Per avere un’idea più precisa del numero di sedute necessarie è fondamentale quindi la visita con il chirurgo estetico.

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