CENTRO LASER DERMATOLOGICO DOTT. LASPINA

ARTICOLI

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Il collo può tradire l’età di una donna (e di un uomo) più di quanto non possa fare il viso.

 

Fino a 10 anni fa digitando su un motore di ricerca le parole chiave “ringiovanimento del collo”, la maggior parte delle soluzioni sarebbe stata “lifting chirurgico”.

A tutt’oggi invece la stessa procedura porta a risultati completamente diversi: le possibilità per ringiovanire e migliorare il collo sono numerose.

Il collo è la regione anatomica che posteriormente va dalla base del cranio fino alla settima vertebra, mentre anteriormente, la sede che dal punto di vista estetico ci interessa maggiormente, si parla in molti articoli di zona Y che va dal mento al décolleté.

Le imperfezioni di questa sede corporea sono legati all’invecchiamento e al conseguente cedimento e lassità della pelle e dei muscoli del collo stesso e all’accumulo adiposo che viene colloquialmente definito doppio mento.

 

Il “Tech Neck”

L’età della comparsa di questi inestetismi secondo alcuni recenti studi sembrerebbe essersi abbassata di quasi dieci anni e le accuse di questo peggioramento sembrerebbero ricadere quasi esclusivamente sull’uso quotidiano ed eccessivo dei technology devices, tant’è che si parla di “tech neck”.

Sulla base di queste ricerche sembrerebbe addirittura che il movimento che viene effettuato innumerevoli volte al giorno per fissare lo schermo di tablet e smartphone sia quanto di più lontano da una postura corretta per il nostro collo…

 

Il collo, un’area spesso trascurata

L’anatomia del collo è caratterizzata infatti da muscoli di sostegno meno robusti di quelli del volto. In questa regione la cute è poi più sottile e povera di ghiandole sebacee.

Inoltre potremmo aggiungere che il collo è una sede corporea piuttosto trascurata.

Da giovani ci si preoccupa quasi esclusivamente del viso e solo dopo i primi cedimenti cutanei, con l’utilizzo di creme anti aging e protezioni solari, ci si ricorda del collo.

I trattamenti disponibili nel passato erano quasi esclusivamente trattamenti chirurgici, piuttosto invasivi e con un lungo periodo di down time (vale a dire un lungo periodo di convalescenza dopo il trattamento chirurgico).

Le ricerche più recenti si sono indirizzate verso trattamenti poco invasivi che assicurino ottimi risultati con ridotti o assenti tempi di recupero. Ecco perché sempre più persone si avvalgono di queste metodiche e perché sempre più si ricercano simili strategie.

La tendenza è affiancare in sinergia tecniche già note e di comprovata efficacia a trattamenti più recenti e innovativi con l’obiettivo di ottenere risultati gradevoli e naturali.

 

Quali i trattamenti per ringiovanire la pelle del collo?

Radiofrequenza

Una metodica conosciuta che dà buoni risultati sul collo e sul contorno dell’ovale è la radiofrequenza. La continua evoluzione di questa tecnica ha infatti portato ad apparecchiature estremamente sofisticate, multipolari e in grado di monitorare le temperature efficaci per ottenere ottimi risultati con un trattamento piacevole.  La radiofrequenza agisce sulla lassità cutanea tramite il calore che come effetto immediato provoca la contrazione del reticolo di fibre collagene presenti nella cute determinando un effetto lifting. Dopo alcuni trattamenti si ha invece un effetto a lungo termine dovuto ad un’aumentata produzione di nuovo collagene da parte dei fibroblasti stimolati dal calore.

Per ottenere dei risultati duraturi sono necessarie dalle quattro alle sei sedute effettuate nell’arco di tre mesi.

 

Biorivitalizzazione

Solitamente questi trattamenti si alternano a sedute di biorivitalizzazione secondo protocolli personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ogni persona.

La biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di sostanze con proprietà idratanti e stimolanti, contenenti acido ialuronico e amminoacidi precursori del collagene, dell’elastina e dei glicosaminoglicani, effettuate nel derma al fine di migliorare la qualità della pelle.

In media si programmano tre sedute all’anno per avere risultati soddisfacenti e durevoli.

 

Nefertiti lifting

Il “Nefertiti lifting”, un rimodellamento non chirurgico del collo, si ottiene invece con microiniezioni di Botulino effettuate in punti specifici della muscolatura. I risultati si vedono a distanza di una settimana e consistono in un aspetto più tonico e compatto, con bande muscolari meno in evidenza e un profilo mandibolare più definito della zona Y. Il trattamento va ripetuto ogni sei/otto mesi.

 

Carbossiterapia

La carbossiterapia, è una tecnica efficace e non invasiva che consiste nell’insufflazione di CO2, una sostanza naturale, a livello del derma che stimola l’ossigenazione dei tessuti. Se applicata al collo assicura una pelle più tonica, compatta e luminosa.

Sei/otto sedute di quindici minuti assicurano un risultato visibile e duraturo.

 

Laser frazionato

Il laser frazionato non ablativo, mediante la fototermolisi frazionale, migliora significativamente il tono della pelle con una minima o assente interferenza con le attività quotidiane. Infatti il calore prodotto stimola e rigenera il collage e l’elastina senza danneggiare l’epidermide.

Si effettuano solitamente una o due sedute durante l’inverno, l’esposizione solare è infatti una controindicazione assoluta al trattamento.

 

I trattamenti di ultima generazione

A queste metodiche, costantemente in evoluzione e di comprovata efficacia, si affiancano trattamenti e tecniche più recenti ed innovative.

 

Radiofrequenza frazionata

La radiofrequenza frazionata abbina all’azione di termostimolazione, che si ha nella RF tradizionale, il resurfacing cutaneo. Infatti produce tramite delle onde elettromagnetiche dei microfori a livello cutaneo, non visibili ad occhio nudo, dai quali si ha una rigenerazione cutanea. Il trattamento è piacevole: infatti il calore che si produce con l’applicazione della sonda a contatto con la cute può essere modulato. Si effettuano cicli di tre quattro sedute durante la stagione invernale.

 

Trattamento con PRP – Platelet-Rich Plasma

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) è una recente tecnica di medicina rigenerativa basata sulle proprietà stimolanti dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Viene infatti centrifugato il sangue autologo (ovvero prelevato dal paziente stesso) e una volta ottenuto un concentrato di piastrine viene iniettato nel derma dove stimola i fibroblasti a produrre collagene, a distanza di circa due mesi la cute appare rigenerata e più compatta. Solitamente si effettua una seduta all’anno.

 

Fili di trazione

Una ulteriore possibilità per il lifting non chirurgico del collo è l’utilizzo di fili di trazione; la seduta è ambulatoriale con modesti tempi di down time.

Microbotox

Tra le novità ricordiamo la tecnica del “microbotox”, un nuovo impiego della tossina botulinica che viene applicato al terzo inferiore del volto e al collo per ridefinire l’angolo mandibolare, migliorare la qualità della pelle e ridurre le rughe orizzontali e verticali. La tossina botulinica viene impiegata a diluizioni maggiori rispetto all’utilizzo tradizionale e iniettata in superficie con tecnica a micropomfi. I risultati si vedono una settimana dopo e durano all’incirca sei mesi.

 

Endolifting

Endolifting è una tecnica innovativa e recentissima, non chirurgica, per il rimodellamento, comparabile ad un mini lifting, del collo. Senza alcuna incisione e senza dolore viene introdotta una sottile sonda laser nel tessuto sottocutaneo della sede da trattare. L’energia sprigionata dal laser provoca una contrazione dei setti fibrosi della cute con un effetto del tutto simile ad un lifting che andrà a consolidarsi nell’arco di tre-quattro mesi. A fine seduta possono essere riprese le attività sociali quotidiane in quanto nelle aree trattata sarà presente solamente un lieve rossore che in qualche ora scomparirà.

 

E qualora l’inestetismo che affligge fosse il “doppio mento”?

Anche in questo caso ci sono numerose novità!

La Microliposuzione è un intervento ambulatoriale che viene effettuato in anestesia locale. Attraverso una piccolissima incisione sotto il mento si inserisce una microcannula per aspirare il grasso ricreando così un profilo delineato, gradevole ed elegante del mento e del collo. Il risultato è permanente.

Ma qualora voleste eliminare questo antipatico inestetismo ma non foste pronti a un trattamento chirurgico? Ecco la novità assoluta: un nuovo farmaco a base di acido desossicolico. Il farmaco viene iniettato nel grasso sottocutaneo sotto il mento dove agisce provocando la distruzione delle cellule adipose con un effetto duraturo nel tempo. Le sessioni necessarie per correggere l’inestetismo vanno da tre a sei anche se i primi effetti si vedono già dopo due sedute. È un trattamento ambulatoriale con pochi o addirittura nessun effetto collaterale.

 

Una così ampia gamma di possibilità, tutte valide e comprovate, può in effetti generare imbarazzo sul come scegliere.
Il consiglio è di affidarvi al parere esperto del vostro Dermatologo di fiducia per scegliere il percorso terapeutico più adatto e personalizzato per la vostra “zona Y”!
Uno Specialista saprà infatti consigliarvi le soluzioni più adatte al vostro inestetismo considerando il vostro tipo di pelle, il fototipo, lo stile di vita e i risultati da ottenere!

 

A cura di:

Dott. Sebastian Laspina

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

Dott.ssa Silvia Codogno

Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Cosa c’è di nuovo nel campo dell’estetica?

La ricerca nell’ambito della medicina e dermatologia estetica è sempre in fermento e le novità non mancano di certo!
Le novità più interessanti arrivano però proprio dalle donne, le protagoniste (quasi) assolute di questo effervescente mondo. Le nuove tendenze infatti ci dicono che il gentil sesso desidera mantenere un aspetto gradevole, curato e naturale.
Vedersi bene vuol dire avere una pelle luminosa e tonica, un volto riposato ed espressivo, un aspetto gradevole e naturale.
Proprio in questa direzione si sta dirigendo la ricerca in campo dermatologico ed estetico: la medicina rigenerativa è infatti la nuova frontiera.

Il nuovo approccio della Medicina Estetica

Non avendo ancora, purtroppo, trovato la mitica fonte della giovinezza cara ai miti medioevali, l’obiettivo della attuale Medicina Estetica rigenerativa è stimolare la rigenerazione cellulare, restituendo così funzionalità e integrità ai tessuti.
La conoscenza sempre più approfondita dell’anatomia e dei processi biologici ha reso possibile l’evoluzione delle tecnologie tanto da poter agire a livello cellulare e molecolare.

Sul piano pratico cosa comporta tutto questo?

Significa che in ambito estetico si prediligono trattamenti soft, terapie ambulatoriali non invasive o minimamente invasive che ridonano al volto un aspetto fresco e riposato senza alterarne i lineamenti e le caratteristiche e mantenendone l’espressività’; trattamenti che modulano le cellule e i tessuti della paziente stessa.
Ecco allora che la Medicina Rigenerativa si avvale sia di trattamenti dove si introducono nell’organismo biomateriali sintetici (fillers biorivitalizzanti, fili rivitalizzanti), fattori di crescita (plasma arricchito di piastrine o PRP), cellule staminali (lipofilling); sia stimolando le cellule con l’utilizzo di energie fisiche (Luce pulsata, Laser, radiofrequenza) e chimiche (CO2, O2).
Rivolgendovi al vostro Specialista di fiducia potrete affidarvi alla sua esperienza per scegliere i trattamenti medici estetici più adatti al vostro tipo di pelle.
Andiamo a vedere in dettaglio questi trattamenti.

Biorivitalizzazione

La tecnica della biorivitalizzazione consiste in piccole iniezioni di acido ialuronico e/o amminoacidi, che vengono effettuate con aghi molto sottili a livello del viso, del collo e del décolleté; le sostanze iniettate vanno a stimolare i fibroblasti, favorendo la produzione di collagene ed elastina, l’impalcatura di sostegno della pelle. L’effetto si traduce in una maggior compattezza, elasticità e tonicità della cute.

La tecnica PRP

La tecnica del PRP (plasma ricco di piastrine) prevede un prelievo di sangue della paziente, la centrifugazione dello stesso e la separazione del plasma ad alta densità piastrinica. Quest’ultimo viene iniettato nel derma di volto, collo e décolleté dove induce una rigenerazione dei tessuti accelerata rispetto ai naturali meccanismi di riparazione.
I risultati visibili dopo alcune settimane donano un aspetto levigato, disteso e luminoso al volto e alle aree trattate.

Lipofilling

Il lipofilling è una tecnica che viene utilizzata per modellare e ripristinare i volumi del volto. Si utilizza una parte di grasso prelevato dai tessuti della paziente stessa. Il grasso autologo opportunamente trattato viene poi iniettato nelle zone da trattare, il lipofilling dona quindi un aspetto naturale ed armonioso, ripristinando i contorni e i volumi del volto senza l’utilizzo di protesi.

Luce pulsata e tecnica LASER

La luce pulsata e i laser determinano, con risultati più o meno marcati a seconda delle potenze utilizzate, una contrazione delle fibre collagene e una stimolazione della loro produzione da parte dei fibroblasti.
La cute a distanza di alcune settimane dalla seduta laser appare più compatta, distesa e luminosa, le “rughettesi distendono grazie ad un aumentata produzione di collagene ed elastina.

Carbossiterapia

La carbossiterapia consiste nell’insufflazione superficiale a livello del derma di anidride carbonica: il processo fa aumentare l’afflusso ematico ai tessuti migliorandone così l’ossigenazione, il che si traduce in un aspetto più sano e compatto della cute trattata.

Deep skin resurfacing

E, qualora per il chronoaging (invecchiamento dovuto all’età) o per il fotoaging (invecchiamento da esposizione solare) l’inestetismo fosse particolarmente marcato, ecco una novità la “Deep skin resurfacing” che combina l’uso del laser frazionato con il PRP, con risultati notevoli.

Naturalmente essendo l’invecchiamento un processo in continua evoluzione tutti questi trattamenti descritti vanno ripetuti annualmente in cicli. Le modalità, i tempi di applicazione e il numero delle sedute saranno decisi dal vostro Dermatologo di fiducia in base alle vostre esigenze con percorsi personalizzati.

E per il futuro cosa possiamo ipotizzare o aspettarci?

In un futuro non troppo lontano l’idea potrebbe essere di rallentare il processo di invecchiamento della pelle stessa.
Quello che oggi nutrendo in profondità la pelle riusciamo in parte già ad ottenere con le tecniche di bioviritalizzazione, in un futuro fantascientifico potrebbe essere una pelle perfetta prodotta in laboratorio che non invecchia!
In realtà la scienza e la fantascienza sono piuttosto vicine!
Una recente metodica infatti permette di ottenere, da un piccolo prelievo di cute del paziente, colture cellulari di fibroblasti autologhi che vengono reintrodotti nella cute del paziente stesso ridonando alla cute una nuova giovinezza.
Incrementando la quota di fibroblasti aumenta di conseguenza la produzione di collagene ed elastina con il risultato che la cute appare più trofica spessa ed elastica.

In attesa quindi che si scopra il mitico elisir di eterna giovinezza è consigliabile affidarsi alla scienza!
Un professionista qualificato potrà consigliarvi per intraprendere un percorso terapeutico basato sulle esigenze e le aspettative personali.

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina, Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno, Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

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Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

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Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

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Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Come promesso nel numero precedente oggi dedichiamo questo spazio ad approfondire una patologia cutanea di notevole impatto psicologico per chi ne è affetto: l’acne dell’età adulta.

L’acne è una dermatosi infiammatoria che interessa il follicolo pilosebaceo delle zone seborroiche del volto e del torace. Se è noto che l’acne sia comune durante la pubertà, meno note sono invece le sue manifestazioni in età matura. Questa particolare forma di acne colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.

L’acne in età adulta

Nella maggioranza dei casi si tratta di una persistenza o di una riaccensione dell’acne giovanile, in un numero minore di soggetti invece compaiono le manifestazioni acneiche in età adulta per la prima volta.
Dal punto di vista clinico le manifestazioni dell’acne adulta si differenziano da quelle adolescenziali sia per il tipo di lesione che per le sedi preferenziali di localizzazione.
Come si manifesta l’acne in età adulta? La clinica è molto simile all’acne adolescenziale: possono essere presenti comedoni chiusi e aperti, meglio conosciuti come punti bianchi e neri, papule e talvolta noduli o cisti, mancano invece le pustole tipiche della forma giovanile. Anche la localizzazione è peculiare, le sedi elettive sono il contorno del terzo inferiore del viso.

L’acne nelle donne adulte: le cause

Per quel che riguarda la patogenesi (le cause), queste non sono completamente chiarite.
È una condizione assai frequente nella donna, nel gentil sesso infatti entrano in gioco molteplici fattori, tra i quali le alterazioni ormonali possono rivestire un ruolo rilevante.
Anche se in realtà un’analisi ematochimica dei dosaggi ormonali non sempre evidenzia alterazioni, talvolta infatti è la ghiandola stessa ad avere una sensibilità aumentata agli ormoni androgeni, pur essendo i valori di questi ultimi nella norma.
La storia clinica potrebbe far emergere la sospensione della pillola contraccettiva o al contrario la sua recente assunzione, “movimenti ormonali” legati all’accendersi di manifestazioni acneiche. In altri casi, meno frequenti, si evidenzia l’assunzione di farmaci, come terapie steroidee sistemiche per tempi protratti. Inoltre forti stress emozionali possono esacerbare le manifestazioni.

Il ruolo dei cosmetici e dell’alimentazione

All’anamnesi è importante approfondire quali eventuali particolari cosmetici siano utilizzati.
Sono infatti da evitare sia le creme antietà molto ricche sia i prodotti troppo aggressivi sia per la cura che per la detersione.
Di frequente, poi, il tentativo di nascondere le lesioni porta all’utilizzo di fondotinta molto coprenti ed occlusivi, con il rischio di sortire un effetto contrario, creando un circolo vizioso che mantiene l’antipatico inestetismo!
Tra i fattori peggiorativi di questa dermatosi emergono alcune abitudini quali fumo e un’alimentazione disordinata (junk food e poca verdura e frutta). Uno studio italiano pubblicato nel 2016 su una prestigiosa rivista dermatologica americana confermava l’effetto protettivo del consumo di vegetali, frutta e pesce; mentre non confermava l’associazione tra acne e consumo di latticini e indice di massa corporea.

L’acne tardiva negli uomini

Nel sesso maschile l’acne tardiva è una dermatosi poco frequente, in molti casi legata a fattori occupazionali.
Ne è un esempio tipico l’acne che colpisce i meccanici, infatti l’esposizione agli oli minerali causa l’ostruzione dei dotti della ghiandola sebacea con conseguente comparsa delle lesioni acneiche, che si risolvono eliminando la causa.
Una diagnosi corretta, che può essere effettuata dal vostro specialista dermatologo, consente la prescrizione di una terapia efficace.

Come combattere l’acne

I trattamenti si avvalgono di farmaci topici e sistemici, in associazione a detergenti e idratanti indicati per pelli seborroiche e oleose.
Attualmente i preparati topici a base di nuovi retinoidi, in associazione o meno con antibiotici locali, danno ottimi risultati in forme di acne lieve moderata.
In casi più resistenti sono disponibili trattamenti con antibiotico orali specifici per l’acne, o trattamenti ormonali qualora si fossero evidenziate delle alterazioni nei dosaggi ormonali.
Nel caso si trattasse di acne grave, nodulare, refrattaria alle precedenti terapie, in casi selezionati ci si avvarrà dei retinoidi per bocca, che vanno usati con attenzione nelle donne in età fertile.

L’aiuto della Medicina Estetica

Certo una diagnosi corretta e una terapia appropriata sono il segreto per sconfiggere questa fastidiosa dermatosi, ma non dobbiamo trascurare l’importanza della aderenza alla terapia da parte del paziente.
A questi trattamenti domiciliari si possono affiancare trattamenti ambulatoriali quali peeling, terapia fotodinamica e trattamenti laser che velocizzino e aiutino la regressione delle manifestazioni acneiche.
E come affrontare la stagione estiva? In estate il vostro dermatologo personalizzerà la terapia in base alle vostre abitudini di esposizione e tintarella consigliandovi trattamenti compatibili con la vita all’aria aperta e una fotoprotezione adeguata!

a cura di:
Dott. Sebastian Laspina – Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dott.ssa Silvia Codogno – Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Centro Laser Dermatologico dott. Laspina
www.centrolaserlaspina.it

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Centro Laser Dermatologico dott. Laspina
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04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Centro Laser Dermatologico dott. Laspina
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19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

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26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

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caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
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Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
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12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
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07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Centro Laser Dermatologico dott. Laspina
www.centrolaserlaspina.it

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Una delle maggiori aziende del settore della Medicina Estetica ha interpellato il Dottor Sebastian Laspina, Medico tra i più esperti del settore dermatologico e medico-estetico in Italia, su come sia possibile curare la pelle in modo efficace, soprattutto in preparazione all’estate. Ecco alcune indicazioni fondamentali.

L’importanza della prevenzione

A ragione si ritiene basilare prevenire i danni che possono derivare alla cute da fattori esterni, quali l’esposizione solare, l’inquinamento, l’utilizzo di prodotti cosmetici e per la cura della persona non adeguati.
È consigliabile iniziare una attenta prevenzione in giovane età, intorno ai trent’anni, perché in questo modo sarà possibile, anche in seguito, preservare la propria bellezza senza bisogno di trattamenti invasivi.
Protocolli soft applicati gradualmente e con costanza nel corso del tempo danno risultati maggiori e più duraturi rispetto a trattamenti immediati, one shot, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la salute della pelle.

La ridensificazione, l’alleata ideale per difendere la pelle dal sole

Nel periodo pre-estivo è quanto mai opportuno dedicarsi a trattamenti di biorivitalizzazione e ridensificazione dermica, accompagnando il lavoro che si compie in ambulatorio con un home care di qualità.
Una reidratazione profonda della pelle ha la funzione di prevenire efficacemente i danni provocati dai raggi solari.
Una non corretta esposizione al sole, come ben noto, può provocare una modificazione della texture della pelle, causare la comparsa di macchie e di patologie dermatologiche.
Naturalmente, la foto-protezione è fondamentale, ma da sola non basta: un trattamento di ridensificazione dermica risulta importante per affrontare l’estate.

Risultati naturali, senza fastidi

Lo specialista ha oggi a disposizione prodotti iniettivi specifici, appositamente studiati per la ridensificazione.
La ricerca scientifica svizzera ha messo a disposizione, ad esempio, un acido ialuronico con complesso dermo-ristrutturante che permette di ottenere un effetto estetico molto naturale e, nello stesso tempo, poco impattante sulla vita sociale delle persone.
Le pazienti si sottopongono a una seduta ambulatoriale e subito dopo possono tornare al lavoro e alle loro attività quotidiane senza alcun segno o gonfiore e con una pelle più luminosa, tonica e sana.

Tecnologie al servizio del paziente

Nuovi device medici e strumenti tecnologici all’avanguardia permettono, da un lato, al paziente di non sentire né dolore né fastidio, e agevolano dall’altro l’ottenimento di un risultato estetico ottimale.
Per l’applicazione di biorivitalizzanti e filler esiste da alcuni anni un innovativo strumento elettronico di iniezione, leggero e maneggevole, che sostituisce la siringa tradizionale e consente di realizzare nel migliore dei modi sia i protocolli di ridensificazione dermica che i trattamenti volumizzanti.
Le pazienti sono più soddisfatte ed entrano in ambulatorio senza ansie.

Ricerca e innovazione, le chiavi del miglioramento

In un mercato in forte e tumultuosa espansione come quello dell’Estetica Medica, il tema del rapporto tra Medicina Estetica e Innovazione e, più in generale, la capacità del professionista di aggiornarsi ed evolvere continuamente sono centrali.
Trattamenti laser e device iniettivi di ultima generazione rappresentano strumenti che, unitamente alla scelta dei migliori filler e biorivitalizzanti sul mercato, permettono di essere sempre più performanti nella cura e nel benessere della persona.

Il futuro della Medicina Estetica sarà sempre più legato alla tecnologia, e alla tecnologia laser in particolare, da affiancare naturalmente ai trattamenti infiltrativi a base di acido ialuronico, che manterranno intatta la loro importanza.

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Centro Laser Dermatologico dott. Laspina
www.centrolaserlaspina.it

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

(altro…)

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

(altro…)

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

(altro…)

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

(altro…)

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

(altro…)

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

E chi non conosce il mito di Sansone che deve forza e virilità alle sette trecce di lunghi capelli che adornano il suo capo così come emblematicamente “mostrato” alla sua Dalila dallo stesso Sansone nella tela dipinta dal Guercino nel XVII secolo.

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29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Sei secoli orsono il Ghirlandaio dipinse una tela raffigurante un nonno con il nipote, il dipinto è così realistico che per l’anziano si può fare diagnosi di rosacea. L’uomo ha il naso bitorzoluto e ispessito: presenta infatti il rinofima,  un quarto stadio di questa patologia, la rosacea appunto.

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29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

DOTT.SEBASTIAN LASPINA

Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

DOTT.SSA SILVIA CODOGNO

Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’  l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.

È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.

Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.

Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.

Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.

Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.

Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.

Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.

Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.

L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.

Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.

Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.

Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.

Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.

 

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Specialista in Dermatologia e Venereologia

 

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Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Sono arrivati i primi freddi, l’estate è ormai un lontano ricordo. La pelle ha perso l’abbronzatura della bella stagione e il colorito un po’ spento mette maggiormente in evidenza le piccole imperfezioni e i segni lasciati dal tempo. E’ ora di correre ai ripari, per arrivare con un aspetto fresco e riposato alle festività natalizie. (altro…)

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

Zona_Y_collo_e_decollete
20
03.2018

Zona Y: tra volto e décolleté

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

04
10.2017

Ri-generazione vincente: i benefici della Medicina rigenerativa sulla pelle

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

19
09.2017

Acne: non è una cosa da ragazzi!

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

26
06.2017

Innovazione e tecnologia al servizio della Medicina Estetica

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

caduta dei capelli, alopecia androgenetica
16
12.2016

Metti i capelli a posto!

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

Rosacea Couperose
18
11.2016

Rosacea, come riconoscerla e curarla

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

12
07.2016

Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

07
03.2016

Fili sospesi: l'antiaging innovativo

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

06
10.2015

Tatoo non mi piaci più!

Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila. (altro…)

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