CENTRO LASER DERMATOLOGICO DOTT. LASPINA

ARTICOLI

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

29
05.2019

A prova d'estate

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

19
12.2018

A voi gli occhi

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

03
12.2018

Il corpo perfetto

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Il rientro dalla pausa estiva è sempre un trauma e ritornare alla routine non è sempre facile. La pelle del corpo ora appare particolarmente secca a causa dello stress dell’abbronzatura, quindi è necessario correre ai ripari!

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo ci fornisce qualche prezioso consiglio per curare al meglio la nostra pelle in questa stagione: “Consiglio di prendere per bocca qualche integratore a base di acido ialuronico. E’ buona norma utilizzare detergenti oleosi per una detersione delicata che non secchino ulteriormente la pelle. Per l’idratazione si rivelano utili le ceramidi e la vitamina E che aiutano a ripristinare l’idratazione cutanea. Anche le creme con urea al 10% hanno un’azione specifica per la pelle in questa particolare stagione. Consiglio di esfoliare con gentilezza per dare luminosità alla pelle e senza eliminare l’abbronzatura”.

Mantenere il colorito sembra essere oramai un must ma “bisogna anche combattere gli effetti negativi del sole mediante l’utilizzo di prodotti vegetali che, inseriti in prodotti cosmetici ad uso topico ed utilizzati con costanza, possono influenzare in modo significativo i processi di invecchiamento della pelle” – precisa il dott. Laspina.
“Per quanto riguarda il trattamento corpo al rientro dalla vacanza,- continua il dottore-  oltre alla ripresa della attività fisica e del regime dietetico, è buona norma utilizzare prodotti volti a migliorare la microcircolazione ed a combattere i ristagni linfatici. Di grande ausilio: la centella asiatica, l’arnica Montana e la caffeina. Quest’ ultima ha un ottimo effetto anche sui depositi di grasso, spesso accentuati dopo le rilassanti vacanze al mare. La centella asiatica inoltre stimola la sintesi di collagene ed elastica con effetto migliorativo sulla texture cutanea.

E’ il momento di rimboccarci le maniche: pronti per una nuova beauty routine autunnale.

 

Veronica Balutto per Lei Style (Settembre 2019)

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
29
05.2019

A prova d'estate

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
19
12.2018

A voi gli occhi

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
03
12.2018

Il corpo perfetto

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Una pelle compatta e tonica, un colorito uniforme, capelli setosi e lucenti e un fisico snello sono quello che uomini e donne cercano, sono il desiderio di tutti.
Ad un certo punto della vita ognuno ha pensato almeno per un attimo di non voler invecchiare.
L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno multifattoriale determinato sia da fattori endogeni, sia da fattori esogeni e ambientali, sostanzialmente gli stessi dell’invecchiamento dell’organismo nel suo complesso. Pertanto possiamo distinguere il chronoaging o invecchiamento legato al passare del tempo, ed il photoaging causato dall’esposizione alle radiazioni solari. Inoltre esistono altre cause di invecchiamento legate all’ambiente nel quale si vive, l’inquinamento indoor; e lavorativo, dove ci può essere l’esposizione a sostanze nocive.
Il principale meccanismo d’azione di tutti questi agenti dannosi è da un lato la produzione di radicali liberi e dall’altro la riduzione delle capacità antiossidanti delle cellule dell’organismo.
Queste alterazioni portano sul piano “micro” al danneggiamento e alla degenerazione cellulare mentre a livello “macro” portano ad n decadimento generale dell’organismo che si manifesta anche con un aspetto esteriore più invecchiato rispetto all’età biologica dell’individuo. L’invecchiamento quindi pur essendo un processo fisiologico ed inevitabile al quale tutti gli esseri viventi vanno incontro può essere modulato, rallentato o incrementato, modificando le abitudini. Naturalmente eliminare o contenere i fattori esogeni ambientali può essere difficile se non impossibile. Cosa  si può fare quindi per invecchiare nel migliore modo possibile? Ci sono dei piccoli gesti che ripetiamo ogni giorno e proprio in quelli può essere nascosto il segreto per una pelle tonica e liscia, per capelli folti e corposi, per un fisico armonioso e snello.
A volte manca la consapevolezza del potere delle piccole cose, un proverbio giapponese cita: “le grandi cose servono come le piccole cose”.  L’evidenza scientifica parla chiaro, avere uno stile di vita sano apporta importanti benefici alla salute generale della persona. Uno stile di vita e un’alimentazione sana si riflettono inevitabilmente anche sullo stato di salute e bellezza dell’organo più esteso che abbiamo: la nostra pelle.
Nella frenesia della vita attuale con i ritmi forsennati ai quali spesso siamo costretti, sempre più lontani dai tempi fisiologici e naturali il concetto di “stile di vita sano” può apparire confuso, difficilmente attuabile, talvolta può essere interpretato in maniera distorta. Che cosa si intende quindi per “stile di vita sano”?
Con stile di vita “intendiamo un insieme di comportamenti e abitudini personali che caratterizzano il quotidiano di ciascuno. Lo stile di vita sia personale, sia come concetto generale è in continuo cambiamento,, inoltre non esiste uno stile di vita ottimale da prescrivere a tutti; infatti struttura familiare, età, abilità fisiche, ambiente domestico e lavorativo, ma anche cultura e reddito rendono alcuni modi di vivere e alcune condizioni di vita più attuabili e appropriate. Malgrado queste molteplici variabili, esistono dei comportamenti unanimemente riconosciuti come sani e altri come indubbiamente nocivi!
Tra le abitudini etichettate universalmente come dannose possiamo elencare il fumo, l’abuso di alcool, l’assunzione di importanti quantità di grassi saturi, zuccheri e sale. Anche l’esposizione eccessiva ai raggi UV viene considerata una pratica nociva per la salute in generale e per la cute in particolar modo.
al contrario un sonno ristoratore, almeno sette/otto ore di sonno per notte, attività fisica quotidiana e una idratazione e un’alimentazione corretta sono concordemente riconosciuti come aspetti fondamentali di una vita sana. Dormire un numero sufficiente di re rispettando i fisiologici ritmi circadiani dell’organismo, riduce infatti lo stress e contribuisce al benessere metabolico e psichico della persona. I benefici per la salute derivanti dall’attività fisica sono molteplici sia a livello fisico che psichico. L’OMS raccomanda ad adulti e anziani almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica. In effetti può sembrare complicato, vengono in mente iscrizioni in palestra, accappatoi da lavare, borse da disfare… e se invece ci si infilasse un paio di sneakers per raggiungere il posto di lavoro, o per andare a fare la spesa?
Si potrebbero evitare gli ascensori e fare le scale a piedi, iscriversi ad un corso di ballo con il proprio partner! Bere almeno un litro e mezzo, due litri di acqua al giorno è una piccola abitudine che contribuisce al benessere dell’organismo, del quale è un costituente essenziale. aiutando a mantenere la termoregolazione, favorendo l’eliminazione delle scorie e in quanto elemento indispensabile per i processi fisiologici e le reazioni biochimiche.
In pratica se nel corso della giornata si distribuiscono circa 10 bicchieri d’acqua, e detto così non sembra pio molto difficile, il gioco è fatto! E ora affrontiamo anche l’aspetto dell’alimentazione.
In questo campo stanno prendendo piede le diete più svariate e particolari, ciononostante alcuni consigli sembrano invariati. Un’alimentazione ricca di alimenti vegetali, dalle note e spiccate attività antiossidanti, protegge da numerose patologie e contrasta l’invecchiamento. Potremmo aggiungere: ortaggi e frutta preferibilmente di stagione e km zero! Un’alimentazione varia ed equilibrata, evitando cibi molto lavorati, raffinati e già pronti, assicura il giusto apporto di nutrienti e costituenti dell’organismo e della pelle. inoltre assumere quantità di cibo adatte assicura il mantenimento del peso forma e contrasta la formazione di antiestetiche adiposità localizzate e cellulite. Quindi apriamo il frigo e valutiamo con una nuova consapevolezza il contenuto!! E ora indossiamo le scarpe da ginnastica e usciamo a piedi a procurarci gli ingredienti per i nostri prossimi piatti salutari!! Come scegliere? La dieta mediterranea è tuttora un valido modello! Quindi frutta e verdura in quantità, prediligere i cereali integrali, i legumi, il pesce, le carni bianche, le noci, senza dimenticare l’olio d’oliva, il latte e i latticini. Recenti studi inoltre avrebbero dimostrato che effettuare pasti frugali (diminuire di un 15/30 per cento la quantità di cibo assunto rispetto al normale fabbisogno), in un contesto di alimentazione sana e varia e attività fisica quotidiana assicurerebbe condizioni fisiche e mentali migliori! Pertanto ci sono più ragioni per abbracciare uno stile di vita sano: migliora l’aspetto estetico e allo stesso tempo è salutare!
La nuova e giovane scienza dell’epigenetica afferma inoltre che adottare un determinato stile di vita può non solo attivare delle  risposte nei nostri geni ma anche avere delle conseguenze che potrebbero passare alla nostra discendenza.
E se malgrado tutto questo non fossimo comunque soddisfatti del nostro aspetto estetico potremmo sempre rivolgerci al nostro Specialista Dermatologico di fiducia, ben sapendo che il percorso estetico intrapreso sarà sinergico, più efficace e duraturo, se associato ad uno status mentale e fisico mantenuto al meglio.
Dott.Laspina
In collaborazione con la dott.ssa Codogno
23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

29
05.2019

A prova d'estate

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

19
12.2018

A voi gli occhi

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

03
12.2018

Il corpo perfetto

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

La medicina estetica si avvale oggi di tecnologie sempre più sofisticate, cocktail  iniettabili e protocolli personalizzati  volti al recupero e alla cura della pelle a partire dalle sue fondamenta. La correzione intesa come tale, di una ruga troppo marcata, di  labbra eccessivamente sottili o di un viso svuotato, è certamente importante ma occorre tenere a mente che per la riuscita di qualsiasi trattamento del genere, è essenziale innanzitutto che la pelle si presenti tonica, ben idratata e compatta.

Dopo anni di esperienza ho messo a punto un “percorso medico di bellezza” composto di 3 protocolli  specifici per diversi gradi di fotoaging, basati sull’impiego  combinato di tecnologie differenti con un  booster cosmeceutico (RHA® topical skinbooster, Teoxane). I protocolli combinano 2 diverse fasi di intervento in sequenza. La prima è mirata a risolvere le problematiche legate all’età (rugosità, lassità, svuotamento, cicatrici, macchie) e sfrutta l’impiego di un  dispositivo (laser, radiofrequenza o peeling chimico) sulla base del tipo di pelle (cute secca, seborroica, sensibile e/o con  teleangectasie), dell’età e degli inestetismi presenti. Il secondo, invece, sfrutta l’azione di un booster cosmeceutico a duplice azione:  filmante-protettiva e rigenerativa, in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti e proteggere la cute lesa dopo le procedure.

Che si  parli di laser o di altre metodiche, infatti, alla base del meccanismo d’azione vi è lo stimolo rigenerativo che origina dal tessuto sano, tra  le zone di tessuto che risulta danneggiato dal dispositivo. Se da un lato il danno cutaneo, più o meno profondo a seconda della tecnologia impiegata, costringe la pelle a entrare in modalità di riparazione, dall’altro comporta anche una compromissione della sua  barriera protettiva, un crescente stato infiammatorio e una maggiore suscettibilità alle sovrainfezioni. Applicare sostanze  potenzialmente irritanti in questa fase potrebbe quindi peggiorare il discomfort e rallentare i processi di guarigione e rinnovamento cutaneo innescati dall’apparecchiatura. Ecco perché la mia scelta del booster è ricaduta su un cosmeceutico sterile, dermatologicamente testato e senza conservanti, formulato specificamente per rispondere alle esigenze della cute lesa. Un prodotto trasversale, per uso medico, a base di 4 ingredienti concentrati (acido ialuronico cross-linkato RHA®, acido ialuronico libero, complesso dermo-ristrutturante, con amminoacidi, vitamine, antiossidanti e sali minerali, e metil-glucoside fosfato, un attivatore fibroblastico) che funziona sia da acceleratore della riepitelizzazione cutanea che da filmante protettivo a effetto barriera.

Tornando ai miei protocolli, il primo prevede il trattamento del fotoaging severo mediante 3 sedute di laser frazionato ablativo (talvolta di  radiofrequenza ad aghi ad alta intensità o di peeling profondi) effettuate a distanza di 45-60 giorni durante il periodo invernale. Il protocollo produce micro-ulcerazioni, con delipidizzazione, infiammazione e disidratazione temporanea. L’applicazione del booster cosmeceutico contribuisce a creare una barriera protettiva per ridurre il rischio di sovrainfezioni mentre l’ingresso degli attivi  riepitelizzanti contenuti, supporta la stimolazione fibroblastica innescata dal laser. Il secondo protocollo è specifico per il fotoaging  lieve-moderato e prevede 3 sedute di laser non ablativo (o anche di peeling intermedi o di radiofrequenza ad aghi a media intensità) distanziate di 30 giorni. Anche in questo caso il protocollo è invernale, nonostante l’entità del danno cutaneo prodotto sia inferiore. Il booster cosmeceutico, agendo in questo caso più superficialmente, funge da idratante profondo capace di accelerare i tempi di recupero della pelle. Per entrambi i protocolli durante la stagione estiva si effettua una fase di mantenimento mediante cocktail iniettivi ridensificanti. Considerando che l’azione del laser continua per circa sei mesi dopo il trattamento, la concomitante applicazione del  prodotto non farà che mantenere la stimolazione collagenica attiva tra un ciclo di laser e l’altro. Il terzo protocollo è specifico per i  pazienti che non desiderano sottoporsi a trattamenti invasivi né tanto meno iniettivi e preferiscono soluzioni soft di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Prevede 4 sedute di peeling superficiale (o di radiofrequenza frazionata) a cadenza quindicinale, da effettuare in un qualsiasi momento dell’anno, cui segue un mantenimento a cadenza mensile per tre mesi. Applicato al termine di ogni  seduta il booster fungerà da “filler senza aghi”, con un immediato ed evidente effetto tensore. Per ogni protocollo, tra una seduta e  l’altra, suggerisco l’applicazione di un fotoprotettore con SFP50+ la mattina e un siero idratante a base dello stesso acido ialuronico del  booster cosmeceutico la sera.

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

29
05.2019

A prova d'estate

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

19
12.2018

A voi gli occhi

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

03
12.2018

Il corpo perfetto

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Non facciamoci trovare impreparate all’arrivo della bella stagione: è arrivato il fatidico momento di preparare la pelle al ritorno della luce! Con l’avvicinarsi della bella stagione, la pelle può apparire poco luminosa e stanca, ma, in vista, dell’estate, è necessario ravvivarla perché tutte noi sogniamo un colorito dorato e radioso con un’abbronzatura perfetta. Questo risultato non è però raggiungibile in poco tempo, ma in realtà la pelle va preparata con attenzione anche per evitare, per tempo, scottature ed eritemi.

“E’ sempre necessario prevedere un’esposizione graduale, sempre con la fotoprotezione solare, anche per chi ha la pelle scura. Non è consigliato fare lampade”, avverte il dott. Sebastian Laspina, dermatologo.

“Per quanto concerne i trattamenti l’estate non è la stagione migliore: non vanno previsti trattamenti fotosensibilizzanti e laser per almeno un mese prima della fotoesposizione. Anche l’acido glicolico e quello salicilico devono essere tenuti lontani 15 gg prima della fotoesposizione”, specifica l’esperto.  che poi sottolinea: “Durante il periodo estivo è necessario cambiare le creme che usiamo per la cura del viso. Sono da preferire le creme più fluide e leggere a base di vitamina E perché la pelle è più idratata.Nello stesso tempo però produce più radicali liberi perché è fotoesposta. Gli ingredienti da preferire nella bella stagione sono l’acido ialuronico, la vitamina E e C, la floretina e l’acido ferulico come antiossidanti”.

Una parentesi sull’acne: “Il sole asciuga la pelle ma la rende più spessa, impedendo al sebo di uscire, per cui per i soggetti con questa problematica l’acne peggiorerà nel post vacanza. In questi casi si consiglia di usare fotoprotettori non comedogenici che bloccano i raggi nocivi”, spiega il Dott. Laspina.

LIl più grande risultato di bellezza sarà comunque un colorito dorato, ottenuto in modo corretto e naturale. Via libera a scrub e gommage, all’insegna della purificazione e successiva idratazione e allora, con grande certezza, la nostra pelle sarà radiosa!

Di Veronica Balutto per Lei Style, maggio 2019

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

29
05.2019

A prova d'estate

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

19
12.2018

A voi gli occhi

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

03
12.2018

Il corpo perfetto

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Capelli sul cuscino, sul piatto della doccia, sulla spazzola … un pessimo inizio di giornata per un uomo! Fronte tropo spaziosa, stempiatura accentuata, capelli sempre più sottili e diradati al vertice: è l’immagine che rimanda lo specchio ad un uomo affetto da calvizie.

L’alopecia androgenetica meglio conosciuta come calvizie, è la forma più comune di perdita di capelli nell’uomo, almeno il 70% degli individui di sesso maschile ne è suo malgrado interessato.

Nelle fasi iniziali di questa condizione si può notare una marcata stempiatura cioè una recessione dell’attaccatura alle tempie, e un diradamento dei capelli al vertice (zone androgeno dipendenti); con la progressione della caduta quasi tutto il cuoio capelluto viene colpito e può portare alla condizione di “corona ippocratica” caratterizzata da una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa; invece molto di rado si arriva ad una alopecia totale, con perdita totale dei capelli. Il processo che caratterizza l’alopecia è la miniaturizzazione, il capello progressivamente si assottiglia fino a non essere più visibile, anche se ad una attenta osservazione del cuoio capelluto con strumenti di ingrandimento è visibile una sottile peluria.

Le cause della calvizie si possono intuire già nel nome: “andro”, sono necessari gli ormoni maschili, e “genetica” infatti è necessaria una predisposizione genetica dei follicoli piliferi alla suscettibilità agli ormoni maschili circolanti.
L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5 alfa reduttasi tipo 2, un enzima presente nel follicolo in grado di convertire l’innocuo testosterone in diidrotestosterone, suo metabolita attivo che provoca la miniaturizzazione del capello fino alla sua scomparsa.
Il Diidrotestosterone provoca infatti la riduzione progressiva della fase di crescita del capello (fase anagen), cosicché il capello diventa sempre più corto e sottile fino all’atrofia irreversibile.
Solo i bulbi piliferi predisposti, che hanno cioè i recettori ormonali, sono colpiti e sono tipicamente localizzati nella regione fronto parietale e al vertice.
Il fenomeno dei follicoli vuoti aggrava ulteriormente il diradamento della calvizie, a volte infatti il nuovo capello tarda a crescere per cui il follicolo rimane temporaneamente vuoto. La gravità e l’età di comparsa della calvizie dipendono inoltre da una predisposizione genetica che determina il grado di affinità dei recettori del follicolo agli ormoni maschili. I geni che predispongono alla calvizie sono tutt’ora sconosciuti, anche se studi recenti sembrerebbero dimostrare un maggior peso dell’eredità materna. Solitamente viene utilizzata la scala di Hamilton per valutare la gravità della malattia con valori da I (normalità) a VII (alopecia grave); in genere una terapia medica è efficace fino al IV grado.

La diagnosi di alopecia androgenetica è clinica, in casi dubbi il Vostro Dermatologo potrà avvalersi dell’uso del dermatoscopio manuale o digitale per un’osservazione approfondita del capello e del cuoio capelluto.
La tricoscopia dermatoscopia permette l’osservazione della densità dei capelli, dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici tipici e/o patognomonici che consentiranno allo Specialista di effettuare una corretta diagnosi.
Il trattamento medico dell’alopecia androgenetica deve mirare da un lato a ridurre gli effetti degli ormoni androgeni a livello del follicolo così da evitarne la miniaturizzazione e dall’altro a stimolare il follicolo a produrre capelli più grossi e trofici. inoltre è importante curare eventuali patologie infiammatorie sottostanti in quanto accelerano la progressione della malattia.
Il farmaco per eccellenza del trattamento delle calvizie è la Finasteride, in compresse da 1 mg. Questa compressa è in grado di bloccare la progressione della malattia nella quasi totalità dei casi e in buona percentuale induce l’ispessimento dei capelli miniaturizzati con un aspetto di “ricrescita”.
E’ un farmaco molto ben tollerato che in rari casi può però avere come effetto collaterale un calo della libido, reversibile alla interruzione del trattamento e che nella metà dei casi sparisce anche senza la sospensione dello stesso.
Tra le più recenti novità l’utilizzo della Finasteride in formulazione topica sembra dare ottimi risultati, anche se al momento attuale le formulazioni galeniche hanno percentuali di farmaco e veicoli molto diversi tra loro. La Finasteride topica è stata rivalutata recentemente (i primi studi risalgono al 1997) con lo scopo di ottenere i risultati della formulazione sistemica evitandone gli effetti collaterali.
In realtà alcune formulazioni topiche possono arrivare a concentrazioni di Finesteride così elevate da poter dare gli stessi effetti indesiderati. Gli studi attuali mirano ad ottenere preparazioni topiche efficaci a concentrazioni inferiori.
I Fitosteroli, composti naturali estratti da semi, frutti e corteccia di alcune piante, hanno un meccanismo di azione sovrapponibile a quello della Finasteride infatti inibiscono la 5 alfa redutassi e di conseguenza la produzione di diidrotestosterone.
Tra i farmaci che stimolano la fase anagen di crescita del capello il Minoxidil in lozione da applicare localmente, è senz’altro tra i più efficaci. Può essere utilizzato da solo o in associazione a Finasteride. E’ doveroso esplicitare che gli effetti anticaduta di entrambi questi farmaci vengono meno con l’interruzione del trattamento. Al momento attuale sono disponibili anche alcune metodiche non chirurgiche per la cura della calvizie androgenetica. Tra le tecnologie all’avanguardia citiamo un trattamento che prevede dei microprelievi, indolori e senza esiti cicatriziali, di cute dalla regione nucale o retroauricolare del paziente. Il tessuto prelevato viene ridotto in particelle microscopiche che vengono iniettate nella sede da trattare del cuoio capelluto. Il paziente è quindi sia donatore che ricevente. La metodica è rapida e indolore e stimola la rigenerazione dei tessuti permettendo un arricchimento delle cellule con capacità rigenerativa nel sito ricevente.
Il PRP è un trattamento di riconosciuta efficacia nella cura dell’alopecia androgenetica; utilizzato già da diversi anni consiste in un prelievo di sangue del paziente stesso, il materiale prelevato viene centrifugato e una volta separato il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) questo viene reiniettato nelle zone di interesse del cuoio capelluto. L’iniezione di PRP stimola la rigenerazione cellulare che determina un miglioramento del trofismo dei capelli, una inibizione della caduta dei capelli, come alcuni studi avrebbero dimostrato.
L’autotrapianto di capelli è stato per lungo tempo l’unica possibile metodica per il rinfoltimento delle zone colpite da alopecia.  Al momento attuale è tuttora un valido trattamento chirurgico negli stadi avanzati, ma non tropo, della calvizie androgenetica.
Le due principali tecniche chirurgiche utilizzate sono la tecnica FUT o la FUE.
La FUT (Follicolar Unit Transplantation) prevede il prelievo di una sottilissima striscia di cuoio capelluto dall’area donatrice, da quest’ultimo verranno estratte le unità follicolari che verranno reimpiantate nelle sedi riceventi. E’ una metodica con un elevata percentuale di attecchimento, la cicatrice risulta praticamente non visibile anche con capelli molto corti ma è una tecnica costosa e richiede un’ottima esperienza chirurgica di equipe. Più conosciuta è invece la FUE (Follicolar Unit Extraction), dove l’autotrapianto si effettua con prelievo diretto delle unità follicolari. A fronte di una più bassa percentuale di attecchimento è una tecnica meno costosa e di più facile esecuzione. Tra le novità più curiose troviamo spazzole, caschi e cappelli a luci LED, definiti laser per capelli a bassa potenza, molto di moda soprattutto negli Stati Uniti anche se non ancora di comprovata efficacia.
Un recente studio nipponico avrebbe dimostrato che nel tuorlo d’uovo si trova la sostanza chiave per combattere la calvizie, per ora rimaniamo n attesa degli sviluppo pratici della scoperta.
Il futuro della cura alla calvizie sembra invece poter avere una svolta grazie alla “neogenesi follicolare”.
Alcuni studi si stanno concentrando sulla formulazione di soluzioni iniettabili contenenti fattori di crescita specifici in grado di ringiovanire e risvegliare i follicoli miniaturizzati e dormienti, sono in corso studi clinici per valutarne l’efficacia e la sicurezza. Altri studi invece stanno sviluppando tecniche di autotrapianto di cellule ottenute dalla moltiplicazione in vitro di prelievi di cute e follicoli piliferi effettuati in sedi non affette dall’alopecia del paziente stesso. Anche in questo caso i primi risultati sembrano piuttosto promettenti, pur essendo ancora in fase sperimentale.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo chiave di alcune Prostaglandine sulla crescita del capello, le ricerche si stanno quindi concentrando sulla formulazione di preparati topici, per ora galenici, contenenti analoghi delle Prostaglandine. Il Latanoprost è già disponibile come preparato galenico negli Stati Uniti, mentre altri principi attivi sono ancora nelle fase sperimentale.
La calvizie è storicamente un inestetismo che può avere importanti ripercussioni psicologiche per chi ne è affetto, fortunatamente al momento attuale sono disponibili numerose opzioni terapeutiche per contrastare questo difetto estetico inoltre è un settore della medicina in costante ricerca ed evoluzione e i possibili sviluppi futuri sembrano decisamente promettenti.

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

29
05.2019

A prova d'estate

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

19
12.2018

A voi gli occhi

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

03
12.2018

Il corpo perfetto

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

I nostri occhi, specchio della nostra anima, esprimono sentimenti ed emozioni.

Il Dott. Sebastian Laspina, medico chirurgo specializzato in Dermatologia racconta ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio per il contorno occhi: “ in questa zona così delicata, la pelle è sottile: sono solo 0.3 mm di spessore, delicata, povera di grasso. Ha scarse fibre elastiche e collageniche. C’è poco grasso sottocutaneo e la circolazione è rallentata.

Nell’ottica di un pieno ringiovanimento dello sguardo molti i trattamenti iniettivi o laser previsti. A seconda della problematica evidenziata, esistono iniettivi a base di acido ialuronico per stimolare la formazione di nuovo collagene, la tossina botulinica per eliminare le rughe e distendere lo sguardo. Il Redensity II è un iniettivo di sostanze naturali per attenuare le borse; il PRP (Plasma ricco di piastrine) punta ad un contorno occhi rigenerato. Il laser frazionato fa guadagnare agli occhi luminosità e giovinezza, mentre la radiofrequenza punta sul rimodellamento.

La Blefaroplatica laser è un intervento vero e proprio per rimuovere gli eccessi di grasso. – continua il Dott. Laspina –

Se ci concentriamo invece sullo sguardo nella sua interezza dobbiamo considerare anche ciglia e sopracciglia. Per entrambe, in caso di zone vuote, si può prevedere il trapianto dalla zona nucale. A livello di medicina estetica per favorire la ricrescita o il rinfoltimento delle ciglia si applicano prodotti a base di biopeptidi e cheratina.” Un consiglio: è importante non abusare di ciglia finte e, soprattutto, utilizzare prodotti professionali perché le colle non appropriate possono indebolire i fusti.

Le sopracciglia sono la cornice del nostro sguardo anche per Antonio Riccardo, make up artist e Concetta Angelini, docente lash maker e microblading. “Gli ultimi trend in ambito estetico si focalizzano su questa zona che sottolinea profondità e l’espressività. Continui interventi di cerette o pinzette possono rovinare l’arcata sopraccigliare, creando buchi, zone più rade. Quando il make-up non è più sufficiente si può ricorrere a due particolari tecniche: la dermopigmentazione estetica e il microblading. La prima è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi. Fondamentale ricreare la forma idonea a seconda della fisionomia e delle proporzioni del viso e trovare il colore più naturale. Il microblading è, invece, una forma di tatuazione, esclusivamente riservata alle sopracciglia che sfrutta uno strumento manuale dotato di tanti piccoli aghetti che vanno a formare una punta simile ad un bisturi. Attenzione però, perché se questa tipologia di trattamento non viene effettuata da professionisti, si possono creare cicatrici o lesioni permanenti”- concludono i make up artist.

Pronte allo specchio, per migliorarci, sempre.

Il consiglio del make up artist: Per ottenere uno sguardo impeccabile, soprattutto nel periodo estivo, è ideale il trattamento di extension ciglia, creato per aumentare la lunghezza, curvatura e volume delle proprie ciglia naturali in base alla morfologia dell’occhio, per conferire  uno sguardo più intenso e profondo.

Veronica Balutto per Lei Style (Febbraio 2019)

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
05.2019

A prova d'estate

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

19
12.2018

A voi gli occhi

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

03
12.2018

Il corpo perfetto

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Dolce, timido, severo, penetrante, acuto, accattivante, triste, intenso, affascinante, minaccioso, gentile, pulito, languido: questi sono solo alcuni degli aggettivi per descrivere uno sguardo.

Le donne desiderano che i loro occhi possano trasmettere le loro emozioni , i loro desideri,  quello che non vogliono è  che il loro sguardo sia solo e sempre “stanco”.

Gli occhi stanchi di una donna non dipendono solitamente da una notte insonne, o comunque non solo, ma di frequente sono legati al passare del tempo ; il contorno occhi infatti tende a invecchiare più rapidamente rispetto alla cute di altre aree.

Con “contorno occhi” viene definita l’area perioculare con le palpebre superiore e inferiore. In questa sede, rispetto ad altre sedi corporee, la cute è particolarmente delicata infatti è estremamente sottile ( 0,3 mm) , povera di ghiandole sebacee, presenta scarse fibre elastiche e collageniche , il grasso sottocutaneo è poco rappresentato e la circolazione linfatica è piuttosto rallentata.

La cute perioculare, così  come quella del volto in generale, inoltre può andare incontro a un invecchiamento precoce perché è  maggiormente esposta ai fattori ambientali, quali raggi Uv, agenti atmosferici e inquinanti ed è continuamente sottoposta alle sollecitazioni dei naturali movimenti della mimica facciale.

Durante il processo di invecchiamento la cute subisce una diminuzione della secrezione sebacee, un aumento della xerosi e una riduzione del tono muscolare; inoltre a partire più o meno dalla quarta decade si verifica un riassorbimento del grasso orbitario per cui l’occhio tende ad “infossarsi”.  A livello palpebrale si ha una perdita di elasticità con alterazione del tessuto connettivo e conseguente raggrinzimento della pelle, che da luogo alle pieghe e alle rughe palpebrali. La palpebra superiore può andare incontro a modificazioni anche maggiormente evidenti quali la ptosi palpebrale ( caduta palpebrale) che oltre al danno estetico può determinare un’alterazione del visus fino alla compromissione funzionale.

Per le sue caratteristiche di fragilità e sensibilità  il contorno occhi necessità quindi di cure e trattamenti mirati e personalizzati.

Come prevenzione e trattamento è opportuno utilizzare, mattina e sera, una crema appositamente formulata per quest’area del volto; inoltre è  consigliabile fotoproteggere la zona sia con l’uso di creme  schermanti gli UV, sia con occhiali da sole. E riposare un numero adeguato di ore!

Se malgrado questi accorgimenti gli inestetismi della zona perioculare vi affliggono potete rivolgervi al vostro Specialista di fiducia che saprà consigliarvi i trattamenti estetici adatti e personalizzati al volto per migliorare il vostro sguardo.

La combinazione di più metodiche per il trattamento degli inestetismi dell’area perioculare può dare risultati notevoli si parla infatti in alcuni casi  di lifting non chirurgico della sede perioculare e delle palpebre.

Ecco quindi un approfondimento su varie metodiche che possono essere applicate, con successo, all’area perioculare.

Se l’inestetismo oculare è caratterizzato da rughette e cedimento della palpebra superiore, tra i trattamenti ever green utilizzati per correggerlo, va citata indubbiamente la  tossina botulinica.  Le iniezioni di tossina botulinica infatti per l’efficacia sono tuttora tra le tecniche maggiormente utilizzate per eliminare le rughette “zampe di gallina” laterali e per sollevare l’angolo esterno della palpebra superiore. Grazie infatti a una modulazione  transitoria della contrazione muscolare ( dura circa 6 mesi) lo sguardo appare maggiormente disteso, riposato e vivace.

Le infiltrazioni di acido ialuronico sono utili sia come prevenzione sia per ripristinare la densità cutanea dell’intero contorno occhi, in questo caso viene utilizzato acido ialuronico a basso peso molecolare, non cross linkato, (fluido) a scopo biorivitalizzante.

Un’altra metodica per aumentare la compattezza e l’idratazione del contorno occhi è rappresentata da infiltrazioni di PRP ( plasma ricco di piastrine). Vengono effettuate in tutta l’area interessata delle iniezioni con un concentrato di piastrine ottenute dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso. Le piastrine rilasciano fattori di crescita che stimolano la produzione di collagene e la rigenerazione dei tessuti.

Tra i trattamenti più recenti ed innovativi citiamo un acido ialuronico studiato appositamente per l’area perioculare. Si tratta  di una formulazione di acido ialuronico cross linkato e non cross linkato con una viscosità adatta al riempimento delle antiestetiche “ occhiaie” ( palpebra inferiore), che in seguito all’applicazione appaiono schiarite e meno evidenti.

Un’altra tecnica per correggere e migliorare le “occhiaie” e l’occhio “ infossato” è rappresentata dal lipofilling. In questa  metodica si aspira del tessuto adiposo da un’area donatrice del corpo ( ad esempio l’addome) e mediante centrifugazione vengono estratte, dal materiale prelevato,  le cellule staminali e le cellule adipose. L’estratto viene iniettato nelle aree “ svuotate” perioculari. La procedura mira a ripristinare il volume nelle zone trattate, l’effetto finale viene raggiunto progressivamente con l’attivazione dei processi di rigenerazione cellulare innescati.

L’evoluzione della metodica iniettiva con l’utilizzo di cannule ( in sostituzione degli aghi) per l’infiltrazione di sostanze a livello perioculare da un lato assicura una omogenea distribuzione del prodotto e dall’altro ha  ridotto sensibilmente la comparsa di ematomi ed ecchimosi post trattamento.

La palpebra inferiore può essere segnata da rughe profonde e superficiali di espressione particolarmente evidenti. In questo caso è indicato un trattamento laser frazionato ablativo e/o non ablativo. L’applicazione laser infatti, mediante fasci di energia che penetrano nel derma, stimola una contrazione dei tessuti e una massiva produzione di nuovo collagene che si evidenzia a distanza di qualche mese per un aspetto più tonico e levigato della sede palpebrale trattata. Si effettua solitamente un’unica seduta e il down time ( tempo di arrossamento ) è di due/tre giorni caratterizzati da eritema e lieve edema della sede trattata.

In alternativa al trattamento laser appena citato, per il trattamento della palpebra inferiore, si possono effettuare sedute di radiofrequenza ad aghi. Durante la seduta viene appoggiato sulla cute un manipolo con aghi che permette il passaggio della radiofrequenza più in profondità lasciando pressoché intatta l’epidermide. In questo modo l’energia rilasciata si trasforma in calore in profondità nel derma creando una  denaturazione  del collagene con conseguente contrazione delle fibre stesse che si traduce con una maggior compattezza della pelle. Inoltre il calore stimola la neoproduzione collagenica. Sono necessarie in questo caso tre sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra, per ottenere un contorno occhi più compatto e levigato, con tempi praticamente azzerati di down time.

Tra le novità una recente metodica che si avvale dell’applicazione di ultrasuoni microfocalizzati è stata dimostrata essere estremamente efficace per trattare la sede perioculare. La procedura prevede che venga inserita sottocute una sonda laser che emette gli ultrasuoni microfocalizzati i quali stimolano la produzione di collagene arrivando sembrerebbe fino alla fascia del muscolo orbicolare. Il trattamento non è invasivo ed è  indolore, con una normale ripresa delle attività subito dopo la seduta.

Una metodica alternativa consiste nell’ introduzione di appositi fili di sospensione riassorbibili in sede zigomatica, per sollevare lo zigomo e liftare la palpebra inferiore.

La carbossiterapia può essere un trattamento utile nel caso di “occhiaie” pigmentate e/ o palpebre pesanti ed edematose. Durante la seduta viene somministrata anidride carbonica nel sottocute che agisce andando a migliorare il microcircolo della sede trattata .

Qualora però l’inestetismo palpebrale fosse particolarmente marcato ( ad esempio ptosi palpebrale ) con una importante presenza di cute in eccesso è opportuno valutare l’eventualità di un trattamento chirurgico di blefaroplastica.

E per concludere in bellezza le nuove tendenze della medicina estetica: aspetto naturale e prevenzione, si parla infatti di “nude look”. Microbotulino per prevenire le rughe di espressione; acido ialuronico e fattori di crescita per mantenere la pelle tonica e compatta sono solo alcuni dei trattamenti che si stanno sviluppando a questo fine. La ricerca e gli studi infatti si stanno sempre più concentrando per ottenere materiali e metodiche sempre meno invasivi e che aiutino a prevenire le rughe future.

Con i nostri più sentiti auguri di Buon Natale!

Dott. Laspina Sebastian

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Codogno Silvia

Specialista in Dermatologia e Venereologia

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

29
05.2019

A prova d'estate

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

19
12.2018

A voi gli occhi

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

03
12.2018

Il corpo perfetto

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Un corpo perfetto è il sogno di ogni donna, ma come raggiungere questo ideale?

Uno stile di vita salutare, decisamente non sedentario e non sovrappeso, all’insegna di movimento e benessere può facilitare il raggiungimento di molti obiettivi. Per avere un corpo tonico e sodo anche l’alimentazione è importante: via dalla nostra tavola cibi raffinati e grassi; è necessario bere molta acqua arricchita da drenanti. Dalla cosmesi, molti sono gli aiuti: diverse le proposte sul mercato di creme rassodanti e drenanti che stimolano la lipolisi.

Sebastian Laspina, medico chirurgo e dermatologo, fornisce ai lettori di Lei qualche prezioso consiglio: “A seconda della problematica evidenziata sul paziente, consiglio la terapia più vincente. In medicina estetica ci sono diversi trattamenti contro gli accumuli adiposi localizzati, come ad esempio cosce, glutei, addome e gambe, le zone più fastidiose e colpite che creano, a livello visivo, un profilo corporeo disarmonico. Per le piccole problematiche, alternative non chirurgiche o mini invasive, può essere di aiuto la mesoterapia, l’iniezione sottocutanea di particolari farmaci. Agisce direttamente sulla zona senza coinvolgere altri organi, favorisce la circolazione sanguigna e linfatica. Una buona alternativa prima di pensare ad una liposcultura, in vista di un rimodellamento del corpo è la laser lipolisi: il laser viene impiegato per eliminare il tessuto adiposo in eccesso, attraverso una microcannula. Il grasso sciolto, grazie all’energia termica emessa dal laser viene parte aspirata da microcannule, parte eliminata dall’organismo. Per contrastare cellulite ed adiposità localizzate esistono anche gli ultrasuoni focalizzati o la carbossiterapia, una pratica estetica basata sulla somministrazione di anidride carbonica allo stato gassoso sulle zone da trattare” – precisa il Dott. Laspina. “Il risultato di una silhouette armonica è garantita ed ha effetti duraturi sempre che lo stile di vita condotto dalla paziente sia sano” – conclude il Dott. Laspina. Dal “scaldare” gli adipociti al raffreddarli: esistono anche tecniche come la criolisi o cool sculpting che mira al congelamento delle cellule per poi eliminarle, anche se possibile conseguenza di questo trattamento può essere la lassità cutanea.

Necessaria dunque sempre una buona informazione per scegliere il miglior trattamento, efficace, per la nostra problematica, e cosi riduzione, effetto lifting e rassodamento, non saranno più solo un miraggio.

 

Veronica Balutto per LeiStyle

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

29
05.2019

A prova d'estate

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

19
12.2018

A voi gli occhi

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

03
12.2018

Il corpo perfetto

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Nel 2005 Christopher Wild, noto epidemiologo direttore dell’ICRC di Lione, ha coniato il termine di “esposoma” per definire come i fattori ambientali ai quali siamo esposti durante tutto l’arco della nostra vita influenzino il nostro stato di salute.

Il concetto estremamente innovativo comprende gli agenti ambientali quali inquinamento come agenti chimici e fisici di acqua e aria ma anche tutto ciò che è legato al nostro stile di vita, alimentazione, fumo, alcool, attività fisica.

Parlando di invecchiamento cutaneo, sembrerebbe che solo una quota minore, il 20%, sia dovuto all’invecchiamento intrinseco cellulare mentre l’80% sia legato all’azione degli agenti ambientali e tra questi i principali nemici della pelle sono le radiazioni UVA, UVB  ma anche l’infrarosso fino al visibile.

Tra i fattori esogeni dell’esposoma  un ruolo rilevante è attribuito all’inquinamento ambientale e questo sia per la presenza di metalli pesanti e di polveri sottili, sia a causa dei gas quali azoto atmosferico, biossido di zolfo e biossido di azoto.

L’esposizione a tutti questi fattori infatti  causa una massiva produzione di radicali liberi in grado di superare le difese antiossidanti cellulari con conseguenti danni irreversibili della cellula stessa e del patrimonio genetico.

Gli effetti nocivi legati a questi fattori esterni si sommano poi ai danni indotti dallo stile di vita scorretto e anche in questo caso i danni sono dovuti allo stress ossidativo cellulare.

Tutte queste aggressioni a carico delle nostre cellule si manifestano clinicamente con i caratteri dell’invecchiamento cutaneo. La pelle danneggiata presenta una pigmentazione discromica (disomogenea) , il colorito appare spento, la cute è segnata da solchi , microrughe e rughe, pori dilatati, risulta ispessita e ipotonica.

Fin dell’antichità il sesso femminile conosce l’importanza della cura e dell’igiene del corpo, e della necessità di applicare oli, creme, pomate, unguenti al volto per mantenerlo più giovane e bello. Nell’antico Egitto la preparazione di prodotti di bellezza era un’arte praticata da professionisti, nei suoi scritti Plinio descrive l’Egitto come il più importante produttore nel campo cosmetico.

Ovidio nel suo poemetto “Medicamina faciei feminae ” invita le donne a prendersi cura di sé stesse sia nel carattere che nell’estetica e, a questo fine, fornisce una ricetta a base di orzo, uova e bulbi di narcisi per una maschera che dovrebbe rendere la pelle del volto “più liscia del suo specchio”!

Dall’antichità ad oggi l’evoluzione della scienza e le maggiori conoscenze in ambito dermatologico  e tecnologico hanno permesso di sviluppare prodotti per la cura e la bellezza della pelle  la cui efficacia è comprovata da studi scientifici.

Come contrastare gli effetti dannosi dovuti all’esposoma e quindi rallentare l’invecchiamento cutaneo?

È indispensabile l’applicazione di antiossidanti in grado di bloccare gli effetti nocivi dei radicali liberi.

La conoscenza più approfondita della struttura  della pelle ha permesso la formulazione di prodotti idratanti di ultima generazione che non si limitano a impedire la perdita d’acqua attraverso la pelle  ma che trattengono efficacemente le molecole d’acqua e  vanno a integrare il film idrolipidico stesso reintegrando la protezione della barriera cutanea.

Le novità più interessanti per le “ over 30” riguardano però i prodotti antiaging!

Le maggiori conoscenze delle cause e dei processi dell’ invecchiamento cutaneo hanno indirizzato le ricerche verso principi attivi che contrastino proprio questi

L’acido ialuronico è uno tra i principi attivi più noti e più utilizzati nelle formulazioni cosmetiche antiaging. È un componente fondamentale della cute, prodotto naturalmente dalla pelle,  alla quale conferisce compattezza e tonicità. È una sostanza che per la sua conformazione chimica è in grado di legare moltissime molecole d’acqua, ha quindi un importante effetto idratante. L’acido ialuronico utilizzato nei cosmetici antiaging più recenti si presenta in forma idrolizzata e viene incorporato in liposomi. Grazie a questa  formulazione innovativa resa possibile dai progressi delle nanotecnologie, si ritiene che la sostanza possa penetrare in profondità arrivando a stimolare i fibroblasti stessi a sintetizzare altro acido ialuronico. In pratica quello che possiamo affermare è che le creme che contengono acido ialuronico utilizzate con regolarità conferiscono alla cute una buona idratazione e un aspetto più compatto e tonico, anche se temporaneo.

Tra le sostanze ad elevato potere anti-invecchiamento ci sono ( e come potevano mancare…!) le vitamine.

Le più utilizzate, grazie alle loro specifiche proprietà  sono indubbiamente le vitamine liposolubili A e E e le vitamine idrosolubili come la C e la vitamina B3; In particolare, la Vit A è in grado di aumentare la proliferazione dei cheratinociti e di GAG ( glicosaminoglicani) aumentando lo spessore e l’idratazione della pelle, mentre la Vit E viene utilizzata per l’elevato potere antiossidante, in grado di bloccare la cascata di stress ossidativo dovuta ai radicali liberi , responsabili del danneggiamento cellulare.

Per la capacità di inibire la iperpigmentazione cutanea e le proprietà idratanti la Vit B3 viene normalmente impiegata nelle formulazioni cosmetiche anti aging . Sarebbe anche in grado di favorire la sintesi di collagene.

La Vit C viene invece utilizzata per le ben note alte capacità anti ossidanti,  anche se l’impiego in cosmesi è limitato per la scarsa stabilità della molecola.

Non possiamo inoltre dimenticare, oltre alle vitamine, anche gli alfa idrossi acidi, frequentemente usati in combinazione nelle varie formulazioni anti aging. Gli alfa idrossiacidi, più comunemente conosciuti come acidi della frutta, vengono difatti utilizzati nelle formulazioni cosmetiche anti invecchiamento per la loro capacità di esfoliare e levigare la pelle in superficie, mentre a livello dermico stimolano la produzione di materiale da parte dei fibroblasti.

Tra le sostanze con una notevole capacità antiossidante spicca anche il Resveratrolo, già da alcuni anni infatti sarebbero state dimostrate le proprietà anti ossidanti di questa molecola, il cui uso è fortemente limitato dalla scarsa stabilità della sostanza. Gli studi più recenti si sono indirizzati quindi verso formulazioni che mantengano intatte le proprietà anti ossidanti e questo è stato reso possibile dall’utilizzo di complessi  dendrimeri-resveratrolo grazie agli sviluppi della nanotecnologia.

Tra le più recenti pubblicazioni scientifiche una ulteriore novità è rappresentata dal diretto impiego della melatonina nella formulazione di creme anti aging. La melatonina è una sostanza con elevato potere antiossidante e citoprotettore, inoltre ha un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi della pelle; la melatonina cutanea e i suoi metaboliti hanno infatti un forte effetto protettivo verso lo stress ossidativo e le radiazioni ultraviolette. Nonostante le evidenze a sostegno di quanto suddetto ad oggi l’impiego della melatonina topica era limitato da problemi di stabilità della molecola e scarsa capacità di penetrazione attraverso gli strati epidermici. Grazie alle nanotecnologie sono stati recentemente formulati dei prodotti che contengono la melatonina veicolata da liposfere che ne consentirebbero la penetrazione fino al derma. È da sottolineare come uno studio recentemente pubblicato ha comunque dimostrato che l’impiego della melatonina contribuisce ad un aumento notevole della tonicità e dell’idratazione cutanea nonché ad una significativa riduzione delle rughe.

Le sostanze elencate sono solo alcune tra i principi attivi più nuovi utilizzati nella preparazione di prodotti topici anti invecchiamento, anche se, ricordiamo, che in quest’ambito la ricerca e la scienza sono in continua evoluzione, basti pensare che prima dell’avvento delle nanotecnologie la gran parte dei risultati ottenuti attualmente sarebbe stata impossibile.

 

Da ultimo ricordiamo come una giusta combinazione tra stile di vita e utilizzo di validi prodotti  cosmetici con regolarità sia probabilmente il mix vincente per combattere o quantomeno rallentare l’invecchiamento cutaneo!

Buona estate!

Dott. Sebastian Laspina

Dott.ssa Silvia Codogno

23
10.2019

Un bel colorito anche in autunno

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

06
09.2019

Questione di stile…di vita!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

13
06.2019

I miei protocolli a effetto booster

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
05.2019

A prova d'estate

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

15
05.2019

Uomini che odiano … la calvizie

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

21
02.2019

Lo sguardo impeccabile

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

19
12.2018

A voi gli occhi

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

03
12.2018

Il corpo perfetto

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

12
09.2018

Più liscia del suo specchio!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

29
08.2018

Gambe belle per l'estate!

Arriva la bella stagione, le gambe si trovano in primo piano e per sentirsi a proprio agio devono essere lisce, toniche e in forma!

Gambe lisce, accuratamente epilate ed idratate e con un sano colorito dorato! Ecco ora le gambe sono perfette per essere esibite senza calze!

Ma ahimè, cosa sono queste ramificazioni rosse e blu che macchiano la cute delle gambe?
Comunemente chiamati capillari sono in realtà delle teleangectasie cutanee; le teleangectasie sono dilatazioni varicose di piccoli vasi ematici, arteriosi o venosi visibili a livello dell’epidermide. Si presentano come fini striature lineari o ramificate di colore rosso bluastro, che talvolta possono arrivare a formare degli agglomerati di vasi.
Si tratta di un inestetismo piuttosto frequente che affligge in particolar modo il sesso femminile e si manifesta prevalentemente agli arti inferiori e al volto. Solitamente è un disturbo legato all’avanzare dell’ età, ma non esclusivo , tal volta infatti può colpire anche soggetti giovani.

Le teleangectasie sono un difetto estetico sgradevole ma innocuo, sono infatti alterazioni vascolari asintomatiche e non patologiche la cui eziopatogenesi è multifattoriale e non ancora completamente nota.
Un fattore riconosciuto si ritiene sia legato ad una predisposizione personale e familiare a sviluppare la patologia.

Esistono inoltre dei fattori che possono favorire la comparsa di questo antipatico inestetismo.Tra questi lo stile di vita: un lavoro molto sedentario o che comporti tempi lunghi di stazionamento in piedi, associato ad una scarsa attività fisica insieme al sovrappeso e all’obesità aumentano il rischio di comparsa delle teleangectasie.
L’ esposizione eccessiva a raggi UV, a calore eccessivo o al contrario a temperature molto basse sono fattori che indebolendo la parete dei vasi stessi causano un peggioramento del quadro cutaneo legato alla comparsa delle antiestetiche alterazioni vasali.
Le teleangectasie possono essere legate ad alterazioni ormonali come quelle che si hanno in gravidanza, in menopausa o per l’uso della pillola anticoncezionale e proprio per questo come già accennato sono una problematica riguardante soprattutto le donne.
Si parla invece di “ matting ”quando in seguito a trattamenti sclerosanti o chirurgici si formano piccoli aggregati di vasi molto sottili nella sede di trattamento che scompaiono spontaneamente dopo alcuni mesi.
Talvolta quadri clinici importanti possono associarsi a sintomi quali prurito, sensazione di gambe pesanti e fragilità capillare che peggiorano in estate e con le temperature elevate. In questi casi le manifestazioni teleangectasiche possono essere la spia di una alterazione circolatoria più importante in un quadro di insufficienza venosa, ecco perché è opportuno effettuare un’accurata visita Specialistica volta a decidere il percorso terapeutico più appropriato.
La diagnosi delle teleangectasie è clinica in base alla presenza delle stesse. Può essere utile in taluni casi, selezionati dal Medico Specialista, sottoporsi ad un Ecocolordoppler artero venosi degli arti inferiori per evidenziare eventuali alterazioni del circolo vascolare profondo.
Per rallentare il progredire della patologia e’ opportuno adottare alcuni accorgimenti; tra questi abbiamo già citato il seguire opportune norme comportamentali quali attività fisica regolare e dieta equilibrata. Inoltre la terapia contenitiva cioè l’ utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è particolarmente indicato in chi svolge lavori sedentari. E’ anche consigliata l’assunzione periodica di integratori a base di sostanze drenanti e con azione trofica sulla parete dei vasi.
Le teleangectasie, una volta comparse, scompaiono però solo se trattate; ad oggi il trattamento si avvale della chirurgia per il trattamento dei vasi varicosi di calibro maggiore, mentre per i vasi di diametro minore fino alle piccole teleangectasie si utilizzano principalmente le tecniche di scleroterapia e il trattamento laser.
La scleroterapia consiste nell’ iniettare all’interno del capillare una soluzione liquida o in forma di schiuma, che innescando un processo infiammatorio, porta all’ occlusione del vaso e alla conseguente scomparsa dello stesso. È una metodica consolidata, che da’ buoni risultati e risulta efficace anche su vasi di calibro maggiore rispetto alle teleangectasie.
Le principali novità nel trattamento di questo inestetismo riguardano però la terapia laser. Esistono infatti diversi tipi di laser vascolari, con diverse lunghezze d’onda in grado di trattare i capillari più sottili ma anche di calibro maggiore fino alle vene e alle grandi varici.
La laserterapia transdermica per Il trattamento dei capillari di piccolo calibro è oggi ormai consolidata. Questa metodica sfrutta il principio della fototermolisi selettiva, cioè l’assorbimento dell’energia laser da parte del bersaglio, che in questo caso è l’emoglobina, aumentandone la temperatura con conseguente fotocoagulazione e chiusura del vaso che si riassorbe e scompare circa in due settimane. Come ogni trattamento laser è necessario evitare l’esposizione solare per alcune settimane sia prima che dopo il trattamento.
La vera novità in campo vascolare è però il laser endoperivenoso, una metodica miniinvasiva che permette di coagulare il vaso dall’interno o a contatto con il vaso stesso riducendo al minimo il danno cutaneo, inoltre utilizzando fibre ottiche laser di diametri diversi è possibile trattare anche vene di calibro maggiore come le collaterali e le perforanti.
Per concludere il principale consiglio è, soprattutto per le categorie a rischio, di associare un corretto stile di vita ad una generale prevenzione, mentre con riferimento al trattamento in caso di insorgenza, di consultare il parere del Vostro Specialista per intraprendere il percorso terapeutico più appropriato .

Dott. Sebastian Laspina
Specialista in Dermatologia e Venereologia

Dott.ssa Silvia Codogno
Specialista in Dermatologia e Venereologia

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