CENTRO LASER DERMATOLOGICO DOTT. LASPINA

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06.2015

La Foto Protezione

É in arrivo la bella stagione, giornate soleggiate e più lunghe e per molti di noi la possibilità di trascorrere più tempo all’aperto, per praticare sport, per relax e per ottenere un colorito più sano.
Nel passato, quella che noi oggi chiamiamo abbronzatura era aborrita; basti pensare a un quadro di Monet dove signorine elegantemente vestite passeggiano nei prati con vezzosi ombrellini per proteggere il loro incarnato dai raggi del sole. A quel tempo avere una pelle abbronzata significava infatti lavorare all’aperto, in lavori di fatica, quali quelli in agricoltura, allora svolti esclusivamente dalle classi sociali più basse.
Con l’avvento del lavoro in fabbrica e solo per chi si poteva permettere dei viaggi in paesi esotici, i canoni di bellezza sono cambiati ed essere abbronzati è diventato un modo per dimostrare di avere la possibilità di concedersi vacanze lunghe e costose.
Sembra essere stata proprio Coco Chanel nel 1923, di ritorno da una vacanza in Costa Azzurra, sfoggiando una bella carnagione pigmentata dai raggi del sole, a lanciare la moda della tintarella. Da allora la moda ha conquistato sempre più fino ad arrivare ai giorni nostri in cui per molte persone c’è la consuetudine di passare interi fine settimana in spiaggia esposti al sole anche nei mesi più caldi.

 

Questa moda relativamente recente fa bene o fa male alla pelle?

Il sole è un amico, è indispensabile per la produzione della vitamina D e fa bene all’umore: tutti conosciamo il senso di benessere che abbiamo la mattina aprendo le finestre in una bella giornata di sole. È bene però conoscere gli effetti del sole per poter trarre da questa amicizia solo il meglio. Lo spettro delle radiazioni solari va dagli infrarossi, passando per il visibile, agli ultravioletti e sono proprio questi ultimi i responsabili dell’abbronzatura ma anche dei danni cutanei, e nella fattispecie gli UVB ed UVA.
Tra i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo, gli UVA riescono infatti a penetrare in profondità nella cute danneggiando i fibroblasti cioè le cellule che producono il collagene, sostanza che dà trofismo alla cute.
Gli UVA sono presenti tutto l’anno e nell’arco di tutta la giornata alla stessa intensità e solo negli ultimi anni si è riconosciuto il loro potere dannoso.
I raggi UVB, più superficiali, sono responsabili dell’eritema delle scottature solari e dell’aumentata produzione di melanina: il pigmento scuro che dà l’abbronzatura.
All’esposizione solare infatti la cute risponde per difesa con un ispessimento e con aumentata produzione di melanina appunto. Una eccessiva esposizione agli UV determina però un danneggiamento del DNA che può aiutare la comparsa di tumori cutanei quali carcinomi basocellulari e spinocellulari, raramente pericolosi per la vita ma talvolta destruenti. I danni indotti dal sole sulla cute sono l’elastosi cutanea e numerose lesioni cutanee la maggior parte benigne, ma antiestetiche e altre maligne come i tumori sopra ricordati. Esiste un indice universale della misurazione dell’intensità delle radiazioni UV che ci permette di capire la pericolosità dell’esposizione. La scala va da 0 a valori fino a 11 o superiori cioè da valori di non pericolosità a valori superiori a 8 per i quali è caldamente consigliato proteggersi dalle radiazioni.

Attualmente in molte località balneari pannelli informativi rilevano la quantità di UV presenti. Non tutti, come è noto, hanno la stessa risposta cutanea all’esposizione solare. È utile quindi conoscere quanto è sensibile al sole la propria pelle. Valutare alcune caratteristiche ersonali quali colore degli occhi, colore dei capelli e risposta cutanea alla esposizione solare ci aiuta a determinare il nostro fototipo utile per capire quanto la pelle è sensibile alle radiazioni solari e per sapere che modalità di protezione adottare. Convenzionalmente si individuano 6 fototipi , che vanno dal fototipo 1 tipico del soggetto con capelli rossi e occhi chiari che al sole si ustiona e non si abbronza, al fototipo 6 dei soggetti con pelle nera. Come già accennato una moderata esposizione solare è utile per la nostra salute per la produzione di vitamina D, gli effetti dannosi di una prolungata esposizione sono invece molteplici. È inoltre utile sapere che la pelle ha un’ottima memoria, infatti “ricorda” le radiazioni che si accumulano nel corso degli anni. Tra gli effetti immediati di una eccessiva dose di adiazioni solari abbiamo la ben nota ustione che solitamente avviene alle prime esposizioni e si manifesta con un intenso eritema (rossore) cutaneo che può essere seguito da una fase caratterizzata da comparsa di vescicole e in seguito desquamazione cutanea; possono inoltre scatenarsi dermatiti foto indotte, che potremmo definire delle vere e proprie “allergie” al sole. Tra gli effetti a lungo termine abbiamo invece l’invecchiamento cutaneo caratterizzato da elastosi (cute assottigliata e poco elastica) e lesioni cutanee quali lentigo solari, angiomi rubìno, laghi venosi, cheratosi seborroiche ed epiteliomi.
Gli UVB sono ritenuti anche responsabili di alcune forme di una ben più temibile patologia quale il melanoma, infatti una massiccia esposizione a queste radiazioni determina numerose alterazioni patologiche del DNA alle quali i sistemi di riparazione non riescono a far fronte. Protezione dagli ultravioletti è quindi la parola d’ordine tutto l’anno e in particolar modo d’estate.

 

Come proteggerci dal sole?

Compagni indispensabili delle nostre giornate estive all’aperto devono essere un cappello a tesa larga, occhiali da sole e indumenti con buon fattore di protezione; attualmente infatti è possibile acquistare capi di abbigliamento che presentano indicazione del loro fattore di protezione in relazione al colore e al materiale di fattura. È importante anche acquistare una buona crema protettiva solare con un fattore di protezione elevato per UVA e UVB. Ma come orientarsi nell’acquisto di questo prodotto? Una buona qualità del prodotto ci assicura che non si deteriori facilmente perdendo così la sua capacità protettiva. In commercio esistono creme solari con filtri fisici e chimici. I primi riflettono le radiazioni nocive e sono indicati per le pelli sensibili e nell’età pediatrica, ma hanno una consistenza pastosa e sono cosmeticamente poco maneggevoli. Per gli adulti sono da preferire i solari con filtri chimici più facili da applicare e cosmeticamente più gradevoli, e perché i filtri chimici si attivino, vanno applicati mezz’ora prima di esporsi. Anche l’assunzione di integratori a base di principi antiradicali liberi e stimolatori di melanina può essere una valida preparazione all’esposizione solare. Un’attenzione particolare si deve avere in età pediatrica. I lattanti e i bambini piccoli infatti non vanno esposti al sole, la loro pelle delicata non ha infatti ancora sviluppato i meccanismi di protezione. I bambini più grandi e i ragazzi si possono esporre invece nelle ore meno calde, protetti da creme solari e indumenti leggeri, meglio ancora se al riparo di un ombrellone, ricordando che il sole non si prende solo in spiaggia ma anche quando si gioca o si pratica sport all’aria aperta.
Ricordando inoltre che nei bambini e nei ragazzi le precauzioni non variano in base al fototipo. Queste attenzioni sono indispensabili in quanto una esposizione eccessiva e le ustioni solari in età pediatrica sono un fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma nell’età adulta.
Qualora assumiate dei farmaci chiedete sempre al vostro medico se sono compatibili con l’esposizione al sole. E ricordate di non applicare prodotti quali lozioni, deodoranti o profumi a base alcolica sulla cute prima di esporvi potreste provocare un’antiestetica pigmentazione della cute.
Quindi godiamoci le belle giornate di sole al riparo dell’ombrellone, ricordiamoci di riapplicare la crema solare protettiva ogni 2 ore e sempre quando usciamo da un rinfrescante bagno in mare, inoltre evitiamo l’esposizione solare diretta nelle ore centrali della giornata.

 

A cura del Dott. Sebastian Laspina – Medico Chirurgo – Specialista in Dermatologia e Venerologia

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