Qualcosa di nuovo sulla vostra pelle?
La bella stagione è arrivata e con essa il desiderio di trascorrere maggior tempo all’aperto. Il fine settimana e’ l’occasione giusta per una gita al mare, per una giornata sotto l’ombrellone a rilassarci e goderci finalmente il calore e il sole estivi. Il bel tempo ci permette di dedicarci a lunghe gite in bicicletta, jogging sulla riva del mare, partite di tennis allo scoperto e numerosi altri sport da fare all’aperto. Il fatto di avere un abbigliamento più leggero, gambe e braccia scoperte, magari con indosso in costume e ai piedi le infradito rende più facile osservare la nostra pelle.
È questo il momento in cui una “auto-ispezione” della nostra superficie cutanea effettuata con una certa regolarità ( i dermatologi consigliano ogni circa tre mesi) è una accortezza che permette di conoscere bene la propria pelle e tutti i suoi “disegni” e di notare anche le modificazioni o la comparsa di qualcosa di nuovo. Frequentemente è infatti proprio nel periodo estivo che notiamo “quella piccola macchietta marrone” proprio lì dove la nostra pelle era bianca, o notiamo come è cambiato quel nevo che fino a tempo prima aveva un aspetto decisamente più regolare. Talvolta sono le altre persone che possono farci notare delle alterazioni in sedi di difficile autoispezione quali al esempio il cuoio capelluto e il dorso.
Ma a che cosa rivolgere particolarmente la nostra attenzione quando osserviamo la pelle?
Devono destare il nostro interesse le lesioni cutanee che ci sembrano cambiate rapidamente di forma, colore, dimensioni, bordi.
Certo questo non deve essere fonte di ansia e allarmismo ma deve essere uno stimolo ad una valutazione specialistica. Questo è uno dei vantaggi dell’organo pelle: lo screening per una diagnosi precoce non è affatto invasivo!! Il che è vero tanto per una autovalutazione quanto per le visite specialistiche.
Il dermatologo infatti utilizza uno strumento che va “appoggiato” sulla cute, il dermatoscopio, che permette una migliore valutazione delle lesioni cutanee pigmentate.
Talvolta può essere necessario fissare le immagini di alcuni nevi in modo da poterne apprezzare eventuali modificazioni; in questo caso lo specialista dermatologo si avvale dell’utilizzo di una macchina per l’epidiascopia ad epiluminescenza con un software che immagazzina le immagini, la cosiddetta “Mappatura dei nevi”. In alcuni casi selezionati è indicata la biopsia della lesione, vale a dire la asportazione di una piccola parte della lesione per avere una diagnosi istologica ovvero delle cellule che compongono la lesione.
Oltre ad osservarci cos’altro possiamo fare per “trattare bene” la nostra pelle e prevenirne tumori o neoplasie? Possiamo cercare di ridurre i fattori di rischio ambientali ai quali siamo esposti.
Un fattore di rischio è qualsiasi elemento aumenti la possibilità di sviluppare una patologia. L’esposizione ai raggi del sole, i raggi UV, è riconosciuta come fattore di rischio ambientale certo per lo sviluppo delle neoplasie cutanee sia epiteliomatose, che melanomatose; con questi termini si indicano rispettivamente le neoplasie cutanee che hanno origine dalle cellule di rivestimento e quelle che hanno origine dalle cellule pigmentate.
Un ruolo importante nell’evoluzione epiteliomatosa è riconducibile all’esposizione cronica al sole. Ne è prova che i soggetti maggiormente affetti da cheratosi attiniche ed epiteliomi o carcinomi sono persone che hanno svolto attività all’aria aperta come muratori e marinai. Gli epiteliomi o carcinomi basocellulari e spinocellulari per le caratteristiche delle cellule che li compongono hanno potenzialità metastatiche cioè di diffusione ad altri organi molto basse. Questo pero’ non deve farci sottovalutare queste lesioni, infatti il loro potere destruente può essere elevato e vanno trattate tempestivamente.
L’esposizione intensa, intermittente e le scottature solari, soprattutto quelle dell’infanzia sembrano avere un ruolo importante invece nella trasformazione cancerosa cutanea melanomatosa e le probabilità di danni permanenti e significativi aumentano oltre il valore soglia di dieci scottature nell’arco della vita.
Il melanoma è il più pericoloso tumore cutaneo. Colpisce maggiormente tra i 45 e i 50 anni anche se l’età media della diagnosi si sta abbassando. Alcune varianti possono essere molto aggressive.
Come possiamo quindi ridurre il fattore di rischio ambientale esposizione solare? Come noto, le principali regole per ottenere i benefici dall’esporsi al sole sono di evitare di esporsi nelle fasce orarie centrali della giornata, preferibilmente non in maniera diretta, indossando cappello e occhiali e creme solari ad alto fattore protettivo.
Le precauzioni diventano ancora più rilevanti e restrittive per quel che riguarda i bambini, soprattutto quelli piccoli, infatti il sistema immunitario della loro pelle non è ancora maturo per potersi difendere dalle radiazioni solari.
Raccomandiamo quindi una accorta esposizione solare, una prevenzione costante con controlli annuali della pelle e dei nevi presso il dermatologo di fiducia e in caso di nuove lesioni cutanee o modificazioni sospette di precedenti, consigliamo di rivolgervi al vostro specialista per rendere possibile una diagnosi tempestiva e quando necessario una altrettanto tempestiva terapia.
DOTT.SEBASTIAN LASPINA
Specialista in Dermatologia e Venereologia
DOTT.SSA SILVIA CODOGNO
Specialista in Dermatologia e Venereologia