Tatoo non mi piaci più!
Il tatuaggio è una pratica che accompagna l’uomo da millenni, la nostra civiltà sembra avere riscoperto tale pratica in maniera massiccia negli ultimi decenni e forse, proprio per il numero notevole di tatuaggi eseguiti, è in aumento anche il numero di chi desidera rimuoverli. Un recente studio medico avrebbe rilevato che in Italia le rimozioni dei tatuaggi nel 2014 sono state 12mila.
I motivi che fanno desiderare di cancellare questi segni dalla propria pelle possono essere i più diversi: cambiano i gusti e le mode, l’ingresso nel mondo del lavoro (non avere tatuaggi o piercing può essere addirittura “obbligatorio” per chi decide di intraprendere alcune carriere lavorative ), si cambia partner, o anche soltanto si vuole cambiare il soggetto del tatuaggio.
E quindi se proprio ci trovassimo costretti o desiderosi di eliminare quel segno dal nostro corpo cosa è bene che ne sappiamo?
Prima dell’avvento dei laser Q swiched rimuovere un tatuaggio significava comunque preferirgli una cicatrice. Questo infatti era l’esito frequente dei trattamenti quali dermobrasione, chirurgia, vaporizzazione mediante laser Co2 o mediante laser ad Erbium. In questi casi la cicatrice poteva raggiungere all’incirca le dimensioni del tatuaggio.
Dagli anni ’90 con i primi laser Q swiched rimuovere i tatuaggi senza esiti cicatriziali è diventata una pratica possibile; questo tipo di laser è infatti in grado di emettere un impulso estremamente potente in un tempo brevissimo, dell’ordine dei nano secondi. In questo modo il pigmento depositato all’interno delle cellule del derma viene frammentato in particelle piccolissime che il nostro organismo è in grado di eliminare con i fisiologici processi di guarigione. Il tatuaggio infatti persiste visibile sulla pelle perché le particelle di pigmento di cui è composto sono troppo grandi per poter essere digerite dalle nostre cellule “spazzine”.
É sempre doversoso ricordare che, per effettuare il trattamento di rimozione di un tatuaggio, è utile rivolgersi ad un professionista esperto del settore quale il vostro dermatologo di fiducia che potrà’ valutare di utilizzare queste tecniche più moderne.
Approfondiamo quindi cosa comporti sottoporsi ad una terapia di rimozione mediante l’utilizzo dei laser Q swiched.
Ad ogni seduta alcune particelle di pigmento vengono frammentate, ma non tutte, per questo sono necessarie più sedute e di volta in volta il tatuaggio sbiadisce.
Normalmente le sedute iniziali danno risultati più evidenti rispetto agli ultimi trattamenti nei quail, di volta in volta, il tatuaggio schiarisce in maniera meno evidente fino alla scomparsa.
Molte volte la richiesta è proprio quella di schiarire il tatuaggio in modo da poterci sovrapporre un nuovo disegno.
Il percorso per la rimozione di un tatuaggio talvolta può essere fastidioso ecco perché è possibile applicare prima del trattamento laser una specifica crema anestetica che rende la seduta più che sopportabile. Inoltre la durata di ogni singola applicazione è relativamente breve, proporzionalmente alle dimensioni della superficie da trattare.
Il numero di sedute invece è variabile e dipende oltre che dalle dimensioni del tatuaggio, dalla profondità del pigmento, dai colori che il disegno presenta, da quanto è recente e non da ultimo anche dal fototipo, cioè dal colore della pelle del tatuato ( infatti il fototipo chiaro èpiu’facile da trattare).
Ogni colore necessita di un laser Q swiched che copra una specifica lunghezza d’onda. Alcuni colori quali giallo e pigmenti fluorescenti possono essere più difficili da cancellare.
I tatuaggi manuali sono più facili di quelli professionali da cancellare in quanto il pigmento è più superficiale, inoltre più è datato il disegno tanto più veloce è rimuoverlo.
Le sedute di rimozione vanno effettuate ogni 40-50 giorni per dare il tempo all’organismo di disperdere i frammenti di pigmento, e per un mese prima e dopo la seduta deve essere evitata l’esposizione solare.
È possibile rimuovere anche i tatuaggi di trucco permanente come sopracciglia, contorno labbra, areola.
Dopo la seduta laser la zona trattata si ricopre di bollicine e croste e va medicata giornalmente con un unguento antibiotico, la guarigione avviene in cinque, dieci giorni. In seguito la cute appare arrossata e deve essere foto protetta per almeno un mese.
In alcuni casi più difficili, il risultato definitivo può non essere la totale scomparsa del tatuaggio. Alle volte permane la visibilità di un’ombra in corrispondenza del disegno, il c.d. “fantasma”del tatuaggio che normalmente scompare col tempo e, solo in rari casi, può invece persistere.
Non da ultimo è utile ricordare di diffidare di rimedi fantasiosi, empirici, miracolosi che promettono risultati strabilianti in tempi brevi; la rimozione di un tatuaggio è comunque una pratica che richiede oltre alle necessarie dotazioni tecniche anche molta esperienza.
Dott. Sebastian Laspina
Dott.ssa Silvia Codogno