Tra privato e professionale
Oggi andiamo a conoscere il Dott. Laspina , medico piuttosto conosciuto a Udine e in Friuli.
Viale Del Ledra 19: un elegante edificio del centro, al campanello una targhetta con Centro Medico Laspina, mi colpisce la discrezione dell’ingresso, suono ed entro. Niente mi fa sospettare l’eleganza e la ricercatezza della reception dove vengo accolta. Una segretaria sorridente mi accompagna in ascensore fino al piano superiore. L’impressione è di entrare in uno spazio ovattato e accogliente dove la ricercatezza e l’avanguardia sono dosate con sobrietà in uno sfondo con il contrasto del nero e bianco.
Il dottor Laspina mi accoglie nel suo studio, come il resto della Clinica ricercato, accogliente ed essenziale al tempo stesso, ha il volto un po’ tirato di chi ha avuto una giornata impegnativa. Capelli un po’ lunghi, occhi chiari, una bella presenza. Il tono di voce è cordiale, lo sguardo intenso e deciso.
Mi presento, e il mio interlocutore a sua volta si definisce: “Sono il dottor Sebastian Laspina, dermatologo e chirurgo estetico.”
Giornata impegnativa?
Con un sorriso un po’ stando, un po’ rilassato: “Certo, lo sono quasi sempre… ma faccio quello che mi diverte..”
Si considera una persona realizzata?
Beh, se “realizzato” significa fare quello che piace e farlo con passione, direi di sì.
Com’è iniziato il suo percorso?
Da giovane ero bravo nel disegno, a breve capii che quello era il mio talento, una capacita’ innata nell’uso delle mani, un innato senso delle proporzioni che dava armonia a quello che creavo. Inizialmente pensai all’architettura, ma l’esempio di mio padre, la sua dedizione e passione alla medicina erano radicati in me più di quanto pensassi, tant’è che mi iscrissi a medicina. La dermatologia e la medicina e chirurgia estetica erano la possibilità di concentrare tutto quello che mi appassionava. Durante la specialità ho avuto la fortuna di incontrare il mio Prof., il Prof. Patrone, ancora adesso penso a lui con affetto e siamo rimasti in contatto. E’ stato importante nella mia formazione di Specialista dermatologo ma anche nella mia maturità come persona: un clinico eccezionale e una modestia ineguagliabile. Devo dire che malgrado lavorassi tantissimo lo ricordo come un periodo di spensieratezza e divertimento, nottate con gli amici e talvolta in clinica solo dopo una doccia, ma a quell’epoca non mi pesava. In clinica ebbi anche l’opportunità di partecipare di frequente anche come Relatore ad importanti congressi nazionali ed internazionali. Ancora ricordo il mio primo congresso nazionale, come relatori gli specialisti più importanti della dermatologia italiana, e la sera per un disguido sulle assegnazioni dei posti io, specializzando al primo anno, finii a tavola con gli accademici più titolati del tempo. La conversazione si concentrò esclusivamente su sottigliezze dermatologiche che faticavo a seguire preoccupato che qualcuno chiedesse il mio parere, confesso che non mangiai un granché! Parlare ad un congresso davanti a centinaia di colleghi, molti dei quali di consolidata fama ed esperienza può essere un evento che non ti fa dormire la notte, ma feci tesoro di quelle esperienze e scoprii che più arrivavo preparato e sicuro di me più ero calmo e, tuttora, quando mi ritrovo a parlare di fronte a platee piuttosto nutrite, mi sento a mio agio e riesco a catturare l’interesse di chi mi ascolta.
Se dovesse dire un altro ingrediente per la sua posizione magica oltre a talento e impegno?
Indubbiamente la passione per quello che faccio; direi una passione per la pelle! – E sorride un po’ per il gioco di parole..- Amo tutto del mio lavoro, la dermatologia in quanto tale, l’aspetto più estetico, la chirurgia e, in maniera altrettanto importante, il rapporto che si instaura con il paziente, con le persone. La passione era così forte che nel mio tempo libero frequentavo l’ambulatorio del Prof. Parodi, un solido e stimato Chirurgo Plastico che mi ha introdotto ai segreti della medicina estetica e dei laser, e devo dire che, osservando, ho imparato tantissimo, ho ampliato e consolidato enormemente le mie conoscenze. Siamo ancora in ottimi rapporti, una persona di squisita eleganza di modi e d’animo.
Dopo la specializzazione che cosa avviene?
Apro un piccolo ambulatorio tutto mio a Pradamano, grande non più di questa stanza, sono dermatologo ma anche infermiere, segretario, in pratico faccio tutto da solo.
E quante volte mi metto in macchina per attraversare mezzo Friuli e fare un’unica visita di poliambulatori con i quali collaboro! Ma quando i pazienti tornano contenti per il buon esito delle terapie e accompagnano i loro parenti o mi consigliano ai loro amici, quello che provo non è semplice gratificazione, ma soddisfazione, genuina contentezza.
E quindi?
Quindi in poco tempo mi trovo a lavorare presso altri ambulatori a Ronchi, Trieste, Portogruaro, Latisana, Maniago.
Nello stesso periodo ottengo un Dottorato di Ricerca presso la Clinica Dermatologica Universitaria, tre anni di studio intenso che mi permettono di fare esperienza, di consolidare ed ampliare le mie conoscenze dermatologiche.
A questo punto come procede la sua formazione?
Conseguito il dottorato, decido di approfondire un aspetto del mio lavoro che mi ha sempre appassionato e intraprendo un master di Chirurgia Estetica. Consideri che il corso si teneva a 5 ore di strada, quindi partivo alle 4 del mattino e tornavo indietro alla fine della sala operatoria in tarda nottata!
E ora mi racconti un po’ della sua passione nella passione: la tecnologia laser.
I laser hanno segnato un cambiamento epocale nella storia della medicina in generale, della dermatologia e dell’estetica nello specifico! Già in Specialità avevo intuito che il futuro della medicina erano trattamenti e terapie sempre meno invasivi. Si figuri che i primi tempi ho conosciuto colleghi che avevano rimosso tatuaggi con la chirurgia perché in effetti non c’erano alternative. Prima dell’avvento dei laser se la pelle era segnata da smagliature, cicatrici, ustioni non c’erano trattamenti veramente efficaci, o comunque, se qualcosa c’era, era per pochissimi, sia per i costi che, appunto, per l’invasività delle tecniche impiegate.
Il mio primo laser lo acquistai nel 2001, un laser vascolare portatile della bellezza di 30 kg che ho scarrozzato in giro per il Friuli. E in effetti era un ottimo laser, ce l’ho ancora, l’ho tenuto per ricordo!
Qualche anno dopo venni contattato da un collega, il dottor Zerbinati, una delle massime autorità nazionali ed internazionali nel campo dei laser e mi ritrovai a lavorare con lui. Una mente tra le più acute, con una personalità istrionica. Gli devo tantissimo perché insieme a lui ho sperimentato tecniche e conoscenze laser che all’epoca non erano ancora scritte! Un vero pioniere della scienza laser con una generosità assoluta nel condividere senza riserve, con me e gli altri collaboratori, le sue conoscenze. Da allora la tecnologia laser non si è mai fermata e nemmeno io!
Come si fa a stare al passo con i tempi?
Bisogna correre sempre, tenersi aggiornati implica studio costante della letteratura scientifica, confronti con chi, come me, si occupa di queste tecnologie, congressi e corsi internazionali, praticamente un’occupazione a tempo pieno!
Lei fa belle le donne, perché?
Mah, guardi non è propriamente questo il mio intento. Per me sono prima di tutto persone, donne con una storia che cerco di leggere nei segni del loro volto ed è da lì che voglio partire per individuare i punti chiave per far ritornare armonico il loro volto. Il loro sguardo, il loro “wow” quando si guardano dopo il mio trattamento fa star bene loro e me. Per me la bellezza è prima di tutto armonia, un aspetto esteriore che riflette un equilibrio interno.
Si è mai trovato a dire no alle richieste estetiche di una paziente?
Si, alcune volte mi è capitato. Quello che intraprendo con le pazienti è un percorso, mi metto nei panni dell’altra persona e cerco di farle ottenere ciò che desidera ma ho una mia etica e un mio approccio e se non sono convinto di ciò che mi viene richiesto e non si trova un compromesso, beh in quel caso posso dire di no.
Ed ora una elegante e avanguardistica Clinica Laser! Ho notato uno staff interamente al femminile o sbaglio? Questo essere attorniato principalmente da donne è una scelta?
Beh con le pazienti è una scelta un po’ obbligata anche se il mondo maschile è sempre più attirato dall’estetica. Per quel che riguarda le mie fidate collaboratrici, alcuni sono rapporti quasi ventennali, amicizie consolidate, persone molto diverse tra loro ma brave persone delle quali ho fiducia. E in effetti ho scelto di lavorare con donne. Penso dipenda dal fatto che mi affascina il loro modo di pensare così diverso dal mio, le trovo stimolanti intellettualmente, interessanti. Cristina, la mia compagna, che mi conosce molto bene, ritine invece che sia il mio modo di sentirmi al centro dell’attenzione, e forse ha un po’ ragione..
La sua vita privata com’è?
Ho sempre desiderato avere una famiglia, dei figli. Nel 2006 conosco Cristina, la mia attuale compagna e madre delle mie due figlie. Ne rimango colpito fin da subito per la bellezza e le doti caratteriali.
Abbiamo incredibili affinità ma anche profonde diversità. Mi affascina perché è la quintessenza della femminilità: un carattere caleidoscopico, molteplici piani di lettura e io amo le sfide.. – e con una risata stempera un po’ la confidenza fatta..-
Come è riuscito a conciliare la vita familiare con degli impegni lavorativi così pressanti?
Molto del merito va proprio a Cristina, mi è strada di supporto, mi incoraggiava a investire in quello che credevo. I primi tempi poteva sembrare un azzardo pensare di sviluppare in Friuli un mondo praticamente inesistente come quello della tecnologia laser. Era un importante investimento economico ma anche emotivo. abbiamo fatto grossi sacrifici perché io potessi dedicarmi a tutto questo. Spesso ero costretto a lavorare anche il sabato e la domenica. La mia compagna ha un importante ruolo di responsabilità in una prestigiosa azienda bancaria ma, nel tempo libero, l’impegno delle bambine era quasi interamente sulle sue spalle. Malgrado questo, al io ritorno, potevo sempre contare sull’atmosfera confortante della mia famiglia.
Come è cambiata la sua vita e come è cambiato lei negli ultimi cinque anni, da quando ha realizzato il suo sogno di avere una clinica?
Beh, per certi aspetti è rilassante svegliarsi la mattina e sapere che in 10 minuti sarò nel mio studio, è appagante aver realizzato ciò che per tanto tempo è stato solo nei miei pensieri, nei miei progetti. I primi tempi ero così sollevato, era così liberatorio essere arrivato al traguardo, che a fine giornata è capitato di mettere la musica al massimo e cantare a squarciagola sulle note di “Questo piccolo grande amore”!! Le mie collaboratrici ancora se lo ricordano! Poi nel tempo molto di questa leggerezza si è persa, mandare avanti una struttura complessa come questa richiede notevoli sforzi e tempo!
E nel suo tempo libero?
Mi piacciono molto gli sport come allenamento ma anche come modo per staccare dal quotidiano, scaricare lo stress. D’inverno, trascorrere qualche ora sulle piste da sci, mi da’ un grande senso di libertà. Il resto dell’anno mi tengo in forma con il tennis e il nuoto. Ho anche un personal trainer che mi segue qualche ora la settimana compatibilmente con i miei impegni, ma devo ammettere che lo sport che mi diverte e mi appassiona di più è sicuramente il calcetto con la mia squadra “I Dimessi”.
E poi amo viaggiare! Guidare mi rilassa e tra i miei ricordi di viaggio preferiti ci sono il nord della Francia e la Spagna.
Come pensa la vedano gli altri o cosa vorrebbe che gli altri pensassero di lei?
Mah, in realtà credo che le due definizioni coincidano: io penso di essere una brava persona, una persona perbene e spero che anche gli altri lo percepiscano.
Usa di frequente i termini ” brava persona”, “persona perbene”, una definizione dal sapore un po’ retro’ per un professionista proiettato nel futuro come lei. Ci da uno spiraglio su un attaccamento a valori intramontabili. Chi è per lei una brava persona?
Quando fai ciò che puoi al meglio, con onestà, mantenere la parola data questi aspetti fanno una persona perbene. Ho origini siciliane, per me la parola data vale più di una firma.
Quale pensa sia il futuro della medicina e della dermatologia?
Le parole chiave del futuro sono prevenzione, tecnologia e genetica e, secondo me, lo saranno in qualsiasi ambito medico: patologico ed estetico. E’ in questo che si devono concentrare gli sforzi della scienza e della ricerca!
Come si vede invece lei tra 10 anni?
Mi vedo a lavorare come adesso, con passione, magari con un po’ più tempo libero da dedicare agli affetti e perché no, anche a me stesso! Spero di poter lasciare un giorno tutto quello che ho costruito a una persona che stimo, mi piacerebbe potessero essere le mie figlie ma questo è ancora troppo presto per dirlo! Per ora cerco di trasmettere loro l’importanza di impegnarsi al massimo in ciò che si fa.
Se dovesse dare un consiglio ad un giovane collega che cosa consiglierebbe?
L’importanza di fare la gavetta, quando si è giovani talvolta ci si lascia abbagliare dal tutto e subito ma le scorciatoie non esistono! E fare tata esperienza anche all’estero. Durante l’iter formativo ho studiato in Spagna, in Francia, in Germania e la considero una esperienza formativa rilevante nel mio curriculum. Ti mette alla prova. In un certo senso sei solo in un paese del quale non parli benissimo la lingua, con le persone che hanno cultura e abitudini diverse, apre la mente. Avrei desiderato anche un’esperienza oltreoceano ma le contingenze della vita non me l’hanno permesso..
Una qualità e un difetto?
Una qualità che mi riconosco è indubbiamente la determinazione, mi aiuta a provare a realizzare i miei obiettivi. Per i difetti sono un po’… – e sorride con aria simpatica- proprio poco, permaloso!
Una qualità che vorrebbe avere?
Essere intonato! Adoro cantare ma devo ammettere di essere stonato come una campana.
L’atmosfera è rilassata, la chiacchierata volge al termine, sono le otto e, per il dottor Laspina, è ora di tornare a casa.
Ho un’ultima domanda da porgli.
Cosa ne pensa del momento storico che stiamo vivendo?
-Assume un’aria profonda che non gli avevo ancora visto –
Sono stato segnato personalmente da questa malattia, non molto tempo fa ho perso mio padre contagiato da questo devastante e dilagante virus. Penso che questa emergenza sanitaria sia da non sottovalutare, penso che ognuno debba fare tutto ciò che può per arrestarne la diffusione, anche se comporta grossi sacrifici. D’altro canto io sono un ottimista e quindi confido nella scienza per un miglioramento della situazione. Inoltre penso che ogni avvenimento, anche il più difficile, possa avere dei risvolti positivi; per me è stata la possibilità, all’inizio un po’ forzata, ora apprezzata, di starmene più a casa a godermi la mia famiglia e, come per me, penso che per molte persone sia stata un’occasione per riscoprire valori dimenticati come il trascorrere il tempo con i propri affetti.
Intervista al Dott. Sebastian Laspina
per Mia Magazine, n.24, anno 2021